di Redazione, 02-02-2025 ore 20:30 |
L’inverno 2025 potrebbe non aver ancora mostrato il suo volto più crudo. Le ultime proiezioni modellistiche delineano uno scenario piuttosto interessante per i prossimi due mesi, con febbraio che potrebbe risultare rigidamente invernale, mentre marzo, anziché anticipare la primavera, potrebbe seguire lo stesso trend freddo. La chiave di tutto sta nella destabilizzazione del vortice polare, un fattore che sta creando le condizioni ideali per il prolungarsi di fasi gelide e nevose su una vasta porzione dell’emisfero settentrionale, Italia compresa. Febbraio: un mese all’insegna del freddo e delle incursioni invernali Già le prime proiezioni mensili indicano che febbraio 2025 potrebbe risultare particolarmente dinamico e freddo. Non si tratterebbe di un solo episodio gelido, ma di una sequenza di ondate fredde a più riprese, con l’Europa centro-orientale come prima destinataria di queste discese artiche e continentali. L’Italia potrebbe essere coinvolta in modo significativo, specialmente nelle regioni esposte ai flussi da est e nord-est, come Adriatico, Pianura Padana e alcune zone del Tirreno. Non mancherebbero occasioni per la neve a quote basse, anche se i dettagli sulle possibili precipitazioni resteranno incerti fino agli aggiornamenti più ravvicinati. A influenzare questo scenario è anche la posizione dell’anticiclone russo-siberiano, figura chiave nella configurazione barica invernale. Se questo anticiclone si spingerà più a ovest, le correnti gelide avranno un accesso diretto anche sul Mediterraneo, incrementando le probabilità di episodi nevosi. Marzo: la primavera potrebbe aspettare ancora Molti pensano a marzo come a un mese di transizione verso la bella stagione, ma non sempre è così. Storicamente, non sono rari marzi molto invernali, e le attuali proiezioni suggeriscono che il 2025 potrebbe rientrare in questa categoria. Se il vortice polare dovesse restare in difficoltà anche nel mese successivo, il flusso d’aria fredda potrebbe mantenersi attivo fino a marzo avanzato, con temperature sotto la media e occasioni per nuove ondate di freddo tardive. Va ricordato che marzo ha una maggiore radiazione solare rispetto a gennaio e febbraio, quindi anche se dovessero esserci irruzioni fredde, sarebbe difficile mantenere condizioni di gelo prolungato. Tuttavia, episodi di neve tardiva su molte zone d’Italia non sarebbero da escludere, specialmente in presenza di ciclogenesi mediterranee. Quali regioni saranno più a rischio? Se questa tendenza invernale prolungata dovesse trovare conferme nei prossimi aggiornamenti, alcune aree potrebbero essere più esposte di altre al freddo e alla neve. Tutto dipenderà dall’evoluzione del vortice polare, il cui comportamento nelle prossime settimane sarà decisivo per capire se il freddo proseguirà anche dopo febbraio. Cosa aspettarsi nei prossimi aggiornamenti? Per il momento non possiamo parlare di certezze assolute, ma la tendenza per un febbraio e un marzo freddi è piuttosto concreta. Bisognerà monitorare: In sintesi, febbraio 2025 si preannuncia molto dinamico e con numerose occasioni fredde. Ma le sorprese potrebbero non finire lì: anche marzo potrebbe proseguire sulla stessa scia, ritardando l’arrivo della primavera e regalando ulteriori colpi di scena meteorologici. I prossimi aggiornamenti saranno fondamentali per capire se il freddo e la neve accompagneranno l’Italia anche oltre il mese di febbraio.
• Adriatico e Sud Italia: Le regioni più colpite da freddo e neve nelle retrogressioni da est. L’Abruzzo, il Molise, la Puglia e la Basilicata potrebbero vivere più episodi nevosi in pianura.
• Pianura Padana: Il Nord potrebbe sperimentare gelo intenso, specialmente con una persistenza delle inversioni termiche.
• Tirreno e zone interne: Roma, Firenze e l’entroterra appenninico potrebbero essere coinvolti se si formassero minimi di bassa pressione in posizione favorevole.
1. L’evoluzione del vortice polare: Se continuerà a rimanere disturbato, le colate gelide avranno più possibilità di raggiungere l’Italia.
2. La posizione dell’anticiclone russo-siberiano: Se si rafforzerà e si espanderà verso ovest, il freddo si dirigerà con più facilità verso l’Europa e il Mediterraneo.
3. Le dinamiche atlantiche: Un’eventuale interazione tra aria fredda continentale e impulsi perturbati atlantici potrebbe dare origine a eventi nevosi significativi.