di Redazione, 29-12-2024 ore 17:30 |
Dieci anni fa, tra il 29 e il 30 dicembre 2014, il Centro-Sud Italia si trovò sotto l’effetto di un’ondata di freddo intenso proveniente direttamente dalla Russia. Fu un evento meteorologico che lasciò il segno, con nevicate diffuse e temperature estremamente basse, capaci di imbiancare anche le zone di pianura. Oggi, a distanza di un decennio, ricordiamo quel momento straordinario e ci chiediamo: il 2025 ci regalerà un fenomeno simile? L’evento di fine dicembre 2014: il freddo estremo La configurazione atmosferica che caratterizzò quei giorni era particolarmente favorevole a un’ondata di freddo eccezionale. Una vasta goccia fredda in quota si spostò rapidamente dalla Russia verso il Mediterraneo, investendo l’Italia con termiche estremamente rigide: tra -34 e -37 gradi a 500 hPa e tra -7 e -12 gradi a 850 hPa. Questi valori, tipici delle irruzioni fredde di origine siberiana, portarono nevicate diffuse su gran parte delle regioni del Centro-Sud. Le zone più colpite furono Abruzzo, Molise, Basilicata e Puglia, dove la neve cadde copiosa anche in pianura, accumulando diversi centimetri. Nevicate record e accumuli impressionanti Le nevicate furono protagoniste assolute di quei giorni, con accumuli importanti che trasformarono il paesaggio in uno scenario fiabesco. LEGGI ANCHE: ECCO l'OUTLOOK del mese di GENNAIO 2025, GELO e NEVE in grande forma Il confronto con oggi: 2025 ci regalerà un evento simile? A dieci anni di distanza, ci chiediamo se il 2025 possa riportare un evento di questa portata. Ad oggi, i modelli meteorologici a lungo termine non suggeriscono configurazioni paragonabili a quelle del dicembre 2014, ma le sorprese invernali non sono mai da escludere, soprattutto con l’arrivo del nuovo anno. Le condizioni atmosferiche che portarono al freddo del 2014 erano eccezionali e non si verificano con regolarità. Tuttavia, il nostro clima rimane soggetto a forti oscillazioni, e i fenomeni di estremizzazione climatica possono sempre portare sorprese. Ricordi indelebili e speranze per il futuro Il ricordo di quel dicembre 2014 rimane vivo nella memoria degli abitanti delle regioni colpite. I paesaggi innevati, i disagi ma anche la magia di quei giorni rimarranno impressi come un evento meteorologico raro e spettacolare. Chissà se il gennaio 2025 ci regalerà un nuovo episodio di freddo intenso, magari con nevicate diffuse e accumuli significativi. Per ora, non resta che attendere e osservare l’evoluzione delle previsioni. Il freddo invernale ha ancora molto tempo per sorprendere, e la storia insegna che tutto è possibile. ECCO le MAPPE tra il 29 e il 30 dicembre 2014
• Abruzzo e Molise: le nevicate furono abbondanti su entrambe le regioni, con accumuli consistenti anche nelle aree costiere e pianeggianti. Campobasso, ad esempio, registrò uno dei maggiori accumuli della sua storia recente, con oltre 40 cm di neve fresca.
• Basilicata: Matera e le aree circostanti furono coperte da uno spesso manto nevoso, con accumuli tra i 20 e i 30 cm anche in pianura. Le zone collinari e montane, come il Pollino, registrarono accumuli ben superiori, arrivando a superare i 50 cm.
• Puglia: qui l’evento fu particolarmente significativo, soprattutto per l’intensità dei temporali nevosi che colpirono alcune zone. Le coste, solitamente meno soggette a fenomeni nevosi, videro accumuli tra i 15 e i 20 cm dal barese al leccese. La Valle d’Itria e le Murge sudorientali furono le aree più colpite, con accumuli superiori ai 35 cm. In queste zone, le forti nevicate furono accompagnate da fulmini e tuoni, un fenomeno noto come “temporale nevoso”, che aumentò ulteriormente l’intensità e la suggestione dell’evento.