Sorpresa dal rapporto Aifa sulla sorveglianza dei vaccini Covid: dal 27 dicembre 2020 al 26 marzo 2021 sono morti 100 italiani dopo avere fatto il vaccino(dato statistico perché non è stata accertata alcuna relazione con l'iniezione). Ma la maggiore parte di loro (76) aveva avuto una o due dosi di Pfizer/BioNTech, mentre 12 hanno avuto un evento avverso letale dopo avere ricevuto Moderna e altri 12 dopo avere ricevuto AstraZeneca. Il tasso di segnalazione di letalità è stato quindi 1,1 ogni 100 mila dosi inoculate per Pfizer, di 2,8 ogni 100 mila dosi per Moderna (che è stato usato assai meno) e di 0,7 ogni 100 mila dosi per AstraZeneca. Proprio il vaccino più nel mirino delle autorità sanitarie di mezzo mondo ha la minore letalità fra tutti quelli usati secondo i dati Aifa. Secondo il rapporto “Il tempo intercorrente tra la somministrazione del vaccino e il decesso varia da due ore fino ad un massimo di 28 giorni, con una media di 4 giorni (mediana un giorno). In 74 casi il decesso è avvenuto dopo la prima dose, in 25 casi dopo la seconda (in 1 caso l’informazione sul numero di dose è mancante). Non sono segnalati decessi a seguito di shock anafilattico o reazioni allergiche importanti, mentre sono riportati spesso eventi cardiovascolari in pazienti con storia clinica di patologie pregresse o fattori di rischio cardiovascolari. Sono stati, inoltre, segnalati casi fatali collegati alla problematica trombo embolica”. Sono state molto di più le segnalazioni di eventi avversi non gravi (dal male di testa alla febbre al dolore nel punto di iniezione), e spiega Aifa: “Al 26/03/2021 sono state complessivamente inserite 46.237 segnalazioni su un totale di 9.068.349 dosi somministrate per tutti i vaccini, con un tasso di segnalazione di 510 ogni 100.000 dosi. La maggior parte delle segnalazioni (81%) sono relative al vaccino Comirnaty (Pfizer, ndr), in accordo con l’uso predominante dello stesso nella campagna vaccinale (77% delle dosi somministrate), con un aumento delle segnalazioni per il vaccino AstraZeneca-Vaxzevria (17%) a seguito dell’incremento dell’uso di questo vaccino (18% delle dosi somministrate). Le segnalazioni relative al vaccino Moderna rappresentano il 2% del totale e sono proporzionali al numero limitato di dosi somministrate (5%)”. Aifa getta anche molta acqua sul fuoco sulle trombosi da AstraZeneca, sostenendo che i casi sono stati effettivamente riscontrati in genere in donne sotto i 55 anni, ma che questo non è significativo, perché quel vaccino è stato usato con insegnanti e infermiere dove dominano le donne sotto i 55 anni, quindi è logico che un evento avverso riguardi proprio loro. Anche per questo motivo gli eventi avversi segnalati ogni 100 mila dosi sono stati 645 per le donne e 299 per gli uomini (che hanno ricevuto meno il vaccino). L'età media delle segnalazioni è stata 46 anni e al di sopra dei 60 anni sono state piuttosto rare. Però ci sono 6 segnalazioni di reazioni avverse relativi a bambini fra 20 giorni e 18 mesi allattati al seno da una mamma vaccinata. Quanto alle morti, il nesso di causalità con il vaccino viene esaminato applicando un algoritmo dell'Oms. Aifa spiega che “Al momento della stesura di questo documento, il 64% delle segnalazioni con esito fatale (n. 64) è stato valutato con algoritmo del WHO e il 36% non è stato ancora valutato. Rispetto al totale delle segnalazioni con esito fatale, il nesso di causalità è risultato non correlabile nel 38% dei casi, indeterminato nel 22% e inclassificabile per mancanza di informazioni necessarie all’applicazione dell’algoritmo nel 3%”. Sempre Aifa sostiene che il nesso di causalità fra vaccino e decesso è stato stabilito in un solo caso fra i 100 morti: “relativo ad un uomo di 79 anni, con storia clinica di ipertensione arteriosa, pregresso intervento per triplice by-pass aortocoronarico e impianto di pacemaker, insufficienza cardiaca moderato-grave (classe III NYHA), gammopatia monoclonale di significato indeterminato(MGUS), ipertrofia prostatica e retinopatia. Dalla descrizione della reazione avversa si evince che il medicinale ha provocato una iperpiressia resistente agli antipiretici che ha scompensato il paziente, causandone il decesso a distanza di tre giorni dalla prima dose di vaccino a mRNA. L’evento febbre alta risulta correlabile alla vaccinazione e ha innescato altri eventi che hanno provocato l’esito infausto, in un paziente già estremamente compromesso”.