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Il mese di marzo è noto per i suoi forti contrasti termici e per la capacità di alternare giorni primaverili a improvvisi ritorni d’inverno. Quest’anno, la seconda parte del mese potrebbe riservare una sorpresa gelida, con il rischio di neve in pianura su alcune zone d’Europa e dell’Italia. Gli ultimi aggiornamenti modellistici indicano un possibile colpo di scena legato agli effetti dello stratwarming avvenuto nei giorni scorsi, che potrebbe iniziare a influenzare la troposfera proprio dopo il 15 marzo. Neve in pianura a fine marzo? Ecco perché è possibile Molti pensano che la neve a fine marzo sia un evento raro, ma la storia climatica dimostra il contrario. Quando si verificano stravolgimenti atmosferici su larga scala, come un Final Warming intenso, le conseguenze possono essere imprevedibili. Le regioni italiane più a rischio neve nella seconda metà di marzo Se l’irruzione fredda dovesse concretizzarsi, le zone più esposte al rischio neve sarebbero: L’evoluzione sarà strettamente legata alla traiettoria della massa d’aria fredda e alla presenza o meno di perturbazioni in grado di trasformare l’aria gelida in precipitazioni. Le possibili date critiche per un’ondata di neve tardiva Dalle attuali tendenze, i giorni con maggiori probabilità di fenomeni invernali si collocano tra: Marzo 2025 come marzo 2018? Il precedente del Burian tardivo La possibilità di neve in pianura nella seconda metà di marzo ricorda quanto accadde nel 2018, quando una potente irruzione siberiana colpì l’Europa e l’Italia tra il 17 e il 23 marzo, portando neve fino alle coste adriatiche e temperature da record. Se le configurazioni attuali dovessero confermarsi, il rischio di un nuovo evento simile non sarebbe da escludere del tutto. Come potrebbe cambiare il meteo di aprile dopo un marzo invernale? Una primavera partita con un colpo di coda gelido potrebbe avere ripercussioni anche nei mesi successivi. Se il mese di marzo si chiudesse con temperature sotto media e nevicate tardive, aprile potrebbe vivere una fase di compensazione con il ritorno delle correnti calde africane. Conclusioni: la seconda metà di marzo è ancora tutta da scrivere Al momento, l’ipotesi di neve in pianura nella seconda metà di marzo è una possibilità concreta, ma ancora soggetta a molte variabili meteorologiche. Sarà fondamentale monitorare gli aggiornamenti modellistici nei prossimi giorni, perché le configurazioni atmosferiche potrebbero cambiare anche a breve distanza temporale. Se le tendenze attuali venissero confermate, potremmo trovarci di fronte a uno degli episodi invernali più tardivi degli ultimi anni, con conseguenze importanti per il clima primaverile e per la natura, già in fase di risveglio. Leggi anche: Puglia, Neve a marzo come il 1987? Non sarebbe una novità Leggi anche: Stratwarming? Rischio di Gelo e Neve sull'Italia Leggi anche: Aria africana ad aprile? Pasqua bollente? La tendenza Trovaci anche sul canale WHATSAPP! CLICCA QUI siamo anche su Facebook e Instagram - cerca METEO PUGLIA Meteopuglia raddoppia! è ATTIVO anche www.meteoitalianews.it un ulteriore portale con meteo a 360 gradi a livello nazionale, seguilo anche tu: CLICCA QUI
• Lo stratwarming ha già avuto luogo nella stratosfera e sta ora interagendo con la troposfera. Questo potrebbe tradursi in una modifica della circolazione atmosferica, con il rischio di una nuova discesa di aria artica sull’Europa centrale e meridionale.
• Le proiezioni mostrano un’anomala espansione del gelo in Russia e nei settori nord-orientali del continente. Se questa massa d’aria fredda dovesse muoversi verso l’Italia, potrebbe causare nevicate tardive fino a quote pianeggianti.
• L’eventuale interazione con le correnti umide atlantiche potrebbe favorire precipitazioni nevose anche in pianura, specie sulle regioni settentrionali e su parte del versante adriatico.
• Nord Italia (Piemonte, Lombardia, Veneto ed Emilia-Romagna): la Pianura Padana potrebbe essere coinvolta da nevicate, soprattutto in presenza di nuclei perturbati in ingresso dal Nord Atlantico.
• Regioni adriatiche (Marche, Abruzzo, Molise): l’aria fredda, scorrendo sull’Adriatico, potrebbe generare fenomeni nevosi fino in collina e, in caso di precipitazioni più intense, persino in pianura.
• Appennino centro-meridionale: neve possibile fino a quote basse su Umbria, Lazio, Campania, Basilicata e Calabria.
• 16-18 marzo: primo afflusso freddo, con un possibile calo delle temperature e precipitazioni sparse, soprattutto al Centro-Nord.
• 20-23 marzo: potenziale irruzione più intensa, con il massimo raffreddamento e il rischio di neve fino in pianura in alcune zone.
• Ultima settimana di marzo: ancora molta incertezza, ma alcuni scenari ipotizzano un ritorno del freddo, specie sulle regioni adriatiche.
• Neve su Roma, Napoli e Bari: l’aria gelida si spinse fin sulle regioni meridionali, causando nevicate storiche a bassa quota.
• Gelo persistente sulla Pianura Padana: temperature fino a -6°C di notte e giornate intere con valori sotto lo zero.
• Un finale d’inverno completamente anomalo: il caldo primaverile arrivò solo ad aprile inoltrato, dopo una coda invernale fuori stagione.
• Alternanza tra sbalzi termici estremi, con ondate di caldo e improvvisi ritorni del freddo.
• Temporali violenti e grandinate, tipiche delle stagioni di transizione.
• Rischio di un avvio anticipato delle prime ondate di calore, specialmente al Sud e sulle Isole.