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Il mese di marzo continua a riservare sorprese, e ora tutte le attenzioni sono puntate sul secondo stratwarming atteso tra il 12 e il 15 marzo. Questo evento potrebbe rappresentare l’ultimo colpo di coda dell’inverno, con effetti significativi sulle condizioni atmosferiche nelle settimane successive. L’ipotesi di un’ondata di gelo tardiva diventa sempre più concreta, con il possibile ritorno della neve anche a quote molto basse. Ma cosa sta accadendo esattamente in stratosfera? Questo nuovo riscaldamento improvviso potrebbe definitivamente mettere fine al vortice polare stratosferico, che si riformerà solo a partire dal prossimo autunno. Una situazione che potrebbe avere ripercussioni anche in troposfera, alterando la circolazione atmosferica e portando un colpo di scena gelido proprio nella terza decade di marzo. Secondo stratwarming: cosa cambia rispetto al primo? Mentre il primo stratwarming avvenuto a fine febbraio ha creato turbolenze atmosferiche, ma senza effetti particolarmente incisivi sul Mediterraneo, il secondo stratwarming in arrivo tra il 12 e il 15 marzo sembra essere più deciso. Questo perché potrebbe assumere la forma di un final warming, ovvero il riscaldamento definitivo che segna la fine del vortice polare per questa stagione. Le conseguenze principali potrebbero essere: Quando potrebbe arrivare il gelo tardivo? Se lo stratwarming riuscirà a modificare la circolazione atmosferica in troposfera, allora tra il 20 e il 25 marzo potrebbero verificarsi le prime incursioni fredde di rilievo. Questo potrebbe portare: Il fatto che ci troviamo ormai nella seconda metà di marzo non significa che la neve non possa ancora fare la sua comparsa. Nella storia meteorologica italiana, ci sono stati numerosi episodi di neve tardiva, persino in pianura, anche ad aprile. Quali regioni potrebbero essere più colpite? Al momento è difficile stabilire con certezza dove il gelo e la neve potrebbero colpire più intensamente, ma alcune zone sembrano più esposte: Se il freddo dovesse risultare particolarmente intenso, allora anche città come Milano, Torino, Bologna e Firenze potrebbero assistere a fiocchi di neve tardivi. Un marzo pieno di estremi: dal caldo al gelo in pochi giorni? Un altro aspetto da considerare è l’enorme scarto termico che potrebbe verificarsi. Se nei primi giorni di marzo abbiamo assistito a temperature sopra la media, con punte di 20-22 gradi in alcune regioni, il passaggio a una fase più fredda potrebbe risultare ancora più netto e improvviso. Gli effetti potrebbero essere: Tutto questo in un periodo dell’anno in cui, solitamente, ci si aspetterebbe un graduale passaggio verso la primavera. Invece, la dinamica di questo marzo 2025 sembra puntare verso una stagione completamente scombussolata. Conclusioni: cosa aspettarsi nei prossimi giorni? La situazione resta ancora molto incerta, ma alcune tendenze sono chiare: Nei prossimi aggiornamenti sarà fondamentale monitorare l’evoluzione della circolazione atmosferica e verificare se il vortice polare subirà uno split completo. In tal caso, l’Italia potrebbe trovarsi in una posizione perfetta per essere investita da un’ultima ondata di freddo invernale. Leggi anche: Puglia, Neve a marzo come il 1987? Non sarebbe una novità Leggi anche: Stratwarming? Rischio di Gelo e Neve sull'Italia Leggi anche: Aria africana ad aprile? Pasqua bollente? La tendenza Trovaci anche sul canale WHATSAPP! CLICCA QUI siamo anche su Facebook e Instagram - cerca METEO PUGLIA Meteopuglia raddoppia! è ATTIVO anche www.meteoitalianews.it un ulteriore portale con meteo a 360 gradi a livello nazionale, seguilo anche tu: CLICCA QUI
• Spostamento delle masse d’aria gelida dalle alte latitudini verso sud.
• Possibile formazione di blocchi anticiclonici che devierebbero le correnti fredde verso l’Europa.
• Aumento delle possibilità di neve tardiva, specialmente sulle regioni centro-settentrionali.
• Temperature ben al di sotto della media su molte zone d’Europa.
• Possibile neve fino a bassa quota, specie al Nord e sulle regioni centrali.
• Alternanza tra impulsi gelidi e brevi fasi più miti, con sbalzi termici marcati.
• Nord Italia, specialmente il settore orientale e la pianura padana, dove l’interazione tra l’aria fredda e le perturbazioni potrebbe generare neve fino a quote molto basse.
• Centro Italia, in particolare tra Toscana, Umbria e Marche, con nevicate possibili sui rilievi appenninici.
• Sud Italia, con meno probabilità di neve in pianura, ma possibili episodi nevosi sulle montagne anche a quote più basse del normale.
• Gelate tardive che potrebbero mettere a rischio le colture in fase di fioritura.
• Contrasti atmosferici violenti, con possibili temporali e fenomeni intensi nelle fasi di transizione tra caldo e freddo.
• Disagi nei trasporti e nei settori produttivi, se la neve dovesse arrivare in città non preparate.
• Il secondo stratwarming tra il 12 e il 15 marzo potrebbe avere conseguenze importanti.
• Il gelo tardivo è una possibilità concreta, con effetti da valutare attentamente dopo il 20 marzo.
• La neve in pianura non è esclusa, soprattutto se il freddo interagirà con le perturbazioni atlantiche.