Dopo metà marzo neve in pianura? Possibilità in forte aumento


di  Redazione, 11-03-2025 ore 07:30      Condividi su facebook  Condividi su whatsapp  


Le ultime proiezioni meteorologiche indicano uno scenario potenzialmente sorprendente per la seconda parte di marzo. Se fino a pochi giorni fa il mese sembrava destinato a chiudersi sotto l’insegna di temperature miti e prime avvisaglie primaverili, ora i modelli numerici iniziano a stravolgere le certezze.

Un nuovo stratwarming, previsto tra il 12 e il 15 marzo, potrebbe rappresentare la chiave per un vero e proprio colpo di scena nella terza decade del mese. Questo evento, che potrebbe configurarsi come un final warming, ha il potenziale per rimescolare le carte e portare nuovamente il freddo sull’Europa, con il rischio concreto di neve in pianura anche sull’Italia.

Stratwarming e Final Warming: cosa sta accadendo?

Il riscaldamento stratosferico improvviso, noto come stratwarming, è un fenomeno che può alterare la circolazione atmosferica a livello globale. Nel caso specifico, quello atteso tra il 12 e il 15 marzo potrebbe avere conseguenze importanti.

In particolare, se il riscaldamento stratosferico porterà a una disgregazione completa del vortice polare (evento noto come split), l’aria gelida attualmente confinata nelle regioni artiche potrebbe iniziare a scivolare verso latitudini più meridionali.

Ecco cosa potrebbe accadere nei giorni successivi:
    •    Ondate di gelo tardivo in Europa, con temperature ben al di sotto delle medie.
    •    Correnti fredde verso l’Italia, specialmente al Centro-Nord.
    •    Possibilità di neve in pianura, se l’aria fredda interagirà con sistemi perturbati.

Se questi scenari dovessero concretizzarsi, la terza decade di marzo potrebbe risultare insolitamente fredda per la stagione, con effetti inattesi su diverse regioni italiane.

Dove potrebbe arrivare la neve in pianura?

L’eventuale arrivo di masse d’aria fredda sull’Italia potrebbe favorire la formazione di precipitazioni nevose a quote molto basse. Tra le regioni più a rischio troviamo:
    •    Nord Italia, con possibilità di neve su Emilia-Romagna, Piemonte, Lombardia e Veneto, soprattutto nelle aree interne e pianeggianti.
    •    Centro Italia, in particolare tra Toscana, Umbria e Marche, dove l’aria fredda potrebbe determinare fiocchi a quote collinari o addirittura pianeggianti.
    •    Sud Italia, meno esposto, ma con possibilità di neve sugli Appennini anche a quote più basse del solito.

Se il freddo dovesse insistere più a lungo, non è da escludere che alcune città possano rivedere la neve, un evento piuttosto raro per la fine di marzo.

Freddo intenso o solo un breve episodio?

Un aspetto cruciale sarà la durata dell’eventuale incursione fredda. Le due ipotesi principali sono:
    1.    Un’ondata di freddo breve ma intensa, con neve in pianura per pochi giorni prima del ritorno delle temperature miti.
    2.    Un freddo persistente, con condizioni invernali che potrebbero protrarsi fino agli ultimi giorni di marzo.

Tutto dipenderà da quanto sarà forte e strutturato lo stratwarming, e da come la circolazione atmosferica risponderà nelle settimane successive.

Conseguenze di un marzo freddo e nevoso

Se davvero la seconda metà del mese vedesse un ritorno del freddo, gli effetti potrebbero essere significativi su diversi aspetti:
    •    Agricoltura in difficoltà, con possibili gelate tardive che potrebbero danneggiare le colture in fase di ripresa vegetativa.
    •    Città impreparate alla neve, specialmente nelle regioni dove ormai si pensava all’arrivo della primavera.
    •    Impatto sui trasporti, con possibili disagi su strade e autostrade in caso di precipitazioni nevose consistenti.

Tutto questo in un periodo in cui, storicamente, si verificano già sbalzi termici tipici della stagione primaverile, ma difficilmente così estremi.

Cosa aspettarsi nei prossimi giorni?

Nei prossimi aggiornamenti sarà fondamentale capire se il freddo riuscirà a spingersi con decisione verso il Mediterraneo o se rimarrà confinato più a nord.

Per il momento, possiamo affermare che:
    •    Il secondo stratwarming tra il 12 e il 15 marzo è confermato e potrebbe avere ripercussioni nella terza decade del mese.
    •    La possibilità di neve in pianura è in aumento, ma serviranno conferme dai modelli numerici nei prossimi giorni.
    •    L’Italia potrebbe essere coinvolta solo parzialmente, con maggiore esposizione per le regioni settentrionali e parte del Centro.

L’incertezza resta ancora alta, ma lo scenario di una fine di marzo sorprendentemente fredda non è affatto da escludere.

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