Le prime proiezioni per aprile 2025 mostrano un quadro climatico che potrebbe essere caratterizzato da un’ondata di calore anomala con temperature ben oltre la media stagionale. Secondo i modelli numerici, il caldo africano potrebbe spingersi con prepotenza verso il Mediterraneo, portando le prime giornate infuocate dell’anno. Si tratta di una tendenza da confermare, ma gli ultimi aggiornamenti evidenziano segnali sempre più insistenti di un anticiclone africano pronto a infiammare l’Italia. Possibile ondata africana: quando e dove colpirà? L’ipotesi di una fase calda precoce potrebbe concretizzarsi già nella prima metà di aprile, con un rinforzo dell’anticiclone sub-tropicale. I settori maggiormente interessati da questa risalita di aria calda potrebbero essere: Perché questa ondata africana potrebbe manifestarsi? L’elemento chiave di questa possibile tendenza bollente è legato all’assetto del Vortice Polare, che dopo le fasi di stratwarming di marzo potrebbe condizionare le dinamiche atmosferiche europee. Il progressivo cedimento del getto polare favorirebbe la risalita di masse d’aria molto calda dal Nord Africa, creando un contesto atipico per il periodo. Questa espansione dell’anticiclone africano potrebbe essere accentuata da: Quanto durerà il caldo? C’è il rischio di un’estate anticipata? Se questa ondata africana ad aprile dovesse realmente concretizzarsi, il rischio è che si possa aprire un periodo di temperature costantemente sopra media, anticipando di fatto le caratteristiche dell’estate. Tuttavia, l’atmosfera in primavera è ancora soggetta a forti contrasti, quindi non si può escludere un successivo cambio di scenario con ritorni di aria più fresca e perturbata. Le ipotesi principali sono due: Attenzione alle prime ondate di calore: effetti sull’ambiente e sulla salute Una fase calda anomala ad aprile potrebbe avere ripercussioni non solo sulle temperature percepite, ma anche su diversi aspetti ambientali: Tendenza da confermare: cosa aspettarsi nelle prossime settimane? Al momento si tratta di una tendenza ancora da verificare, ma gli ultimi aggiornamenti indicano un quadro sempre più propenso alla dominazione dell’anticiclone africano. Se questa previsione troverà conferme nei prossimi giorni, aprile potrebbe davvero riservare sorprese roventi, con una tendenza bollente e infuocata che potrebbe segnare l’inizio anticipato della stagione estiva. Leggi anche: Puglia, Neve a marzo come il 1987? Non sarebbe una novità Leggi anche: Stratwarming? Rischio di Gelo e Neve sull'Italia Leggi anche: Aria africana ad aprile? Pasqua bollente? La tendenza Trovaci anche sul canale WHATSAPP! CLICCA QUI siamo anche su Facebook e Instagram - cerca METEO PUGLIA Meteopuglia raddoppia! è ATTIVO anche www.meteoitalianews.it un ulteriore portale con meteo a 360 gradi a livello nazionale, seguilo anche tu: CLICCA QUI
• Isole maggiori, con Sicilia e Sardegna che potrebbero registrare valori anche superiori ai 28-30°C
• Regioni del Sud, come Puglia, Calabria e Basilicata, dove le temperature potrebbero superare i 25°C
• Centro Italia, con un’anomalia più contenuta ma comunque sopra la media, specie su Toscana, Lazio e Umbria
• Pianura Padana, che potrebbe sperimentare un primo assaggio d’estate con valori intorno ai 24-26°C
• Anomalie termiche persistenti in Nord Africa, con un surplus di calore pronto a essere trasportato verso il Mediterraneo
• Scarsa presenza di perturbazioni atlantiche, che impedirebbero l’ingresso di aria più fresca e instabile
• Pressione alta e stabile, con cieli sereni e temperature in progressivo aumento
1. Fase calda duratura, con un’estensione dell’anticiclone africano che potrebbe protrarsi fino a maggio, avviando una stagione estiva con largo anticipo
2. Colpo di scena con ritorno instabile, dove dopo il caldo potrebbero manifestarsi forti temporali e bruschi cali termici dovuti a ingressi freschi atlantici
• Agricoltura sotto stress, con rischio di fioriture anticipate e possibile siccità precoce
• Possibili escalation di allergie primaverili, con l’aumento dei pollini a causa del clima secco e caldo
• Rischio incendi più elevato nelle zone più aride, specie in Sicilia, Sardegna e Calabria