Uno stratwarming così intenso non passa inosservato e le conseguenze saranno inevitabili anche in troposfera. Ma attenzione, perché non sempre un riscaldamento stratosferico porta esclusivamente a ondate di gelo. L’atmosfera risponde con dinamiche complesse, dove al crollo delle temperature in alcune zone corrisponde un’esplosione di caldo anomalo in altre. Questo perché il meccanismo delle onde di Rossby, che regolano la circolazione atmosferica su larga scala, può spingere masse d’aria gelida verso sud ma anche favorire risalite calde da latitudini più basse.
Stratwarming e troposfera: cosa potrebbe accadere?
Il riscaldamento stratosferico in corso sta già modificando la struttura del Vortice Polare, che potrebbe subire una vera e propria spaccatura (split) o un semplice allungamento (displacement). In entrambi i casi, le ripercussioni si avvertiranno a livello del meteo in Europa e in Italia. Ma il punto cruciale è capire dove si posizionerà l’asse principale del freddo e chi si troverà invece sotto una risalita di aria calda subtropicale.
Se l’Europa centrale e il Mediterraneo dovessero trovarsi nella parte discendente dell’onda di Rossby, l’irruzione fredda sarebbe pesante, con possibilità di gelo tardivo e nevicate inaspettate. Al contrario, se la spinta atlantica dovesse prevalere, la situazione potrebbe ribaltarsi, lasciando spazio a un’ondata di caldo fuori stagione con temperature ben oltre la norma.
Freddo o caldo? Il bivio che deciderà il meteo di marzo
Attualmente i modelli meteorologici stanno faticando a inquadrare il quadro definitivo, perché la propagazione degli effetti dello stratwarming in troposfera avviene con ritardi e con modalità che non sono mai completamente prevedibili. Tuttavia, ci sono due possibili scenari principali:
• Scenario 1: ondata di gelo tardivo
Se il blocco anticiclonico si posizionasse in modo da deviare il freddo direttamente verso l’Europa centro-meridionale, il rischio di un’irruzione gelida a partire dal 12-14 marzo aumenterebbe sensibilmente. In questo caso, il Mediterraneo potrebbe sperimentare un periodo di freddo intenso con nevicate a quote molto basse, persino fino in pianura.
• Scenario 2: risalita calda e primavera anticipata
Se invece la spinta atlantica e subtropicale prendesse il sopravvento, il freddo verrebbe respinto più a nord e al suo posto si aprirebbe un canale di risalita calda dal Nord Africa, portando temperature ben oltre la media stagionale. In questo caso, l’Italia si troverebbe a fare i conti con un clima decisamente più primaverile, con punte oltre i 20°C in molte regioni.
Chi rischia di più e quando?
I prossimi aggiornamenti saranno fondamentali per capire quale di questi due scenari prevarrà. Al momento, le regioni più esposte a eventuali scossoni meteo potrebbero essere:
• Nord Italia e Europa centrale: rischio freddo intenso se la colata artica si spinge a sud
• Centro-Sud Italia e Mediterraneo: possibili forti contrasti termici, con temporali o fasi di caldo anomalo
• Europa orientale: se il freddo scende più a est, potrebbe rimanere fuori dall’irruzione l’Italia, che invece subirebbe l’effetto opposto con temperature in rapido aumento
Modelli meteorologici in crisi: aggiornamenti cruciali nei prossimi giorni
Al momento, la previsione meteo si trova a un bivio molto delicato. La fase post-stratwarming è sempre accompagnata da “terremoti modellistici”, ovvero drastici ricalcoli nei dati numerici, perché l’atmosfera si riorganizza in modo imprevedibile. Gli aggiornamenti delle prossime 48-72 ore potrebbero cambiare completamente la prospettiva, confermando un’irruzione fredda oppure lasciando spazio a un’escalation di caldo fuori stagione.
Seguire gli sviluppi sarà essenziale per capire se marzo sarà ricordato come il mese del gelo tardivo o della prima estate anticipata.
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di Redazione, 06-03-2025 ore 15:00 
