Marzo cambia volto: il freddo può tornare dopo il 12
Le ultime emissioni modellistiche confermano che il mese di marzo potrebbe subire un drastico cambiamento dopo il 12 marzo, con un’ondata di freddo che potrebbe colpire Abruzzo, Basilicata, Molise e Puglia. La causa principale di questa possibile irruzione gelida è lo stratwarming, ovvero il riscaldamento improvviso della stratosfera, che potrebbe influenzare il vortice polare e favorire la discesa di aria fredda verso l’Europa meridionale.
Lo stratwarming e i suoi effetti sul meteo di marzo
Quando si verifica uno stratwarming, il vortice polare tende a indebolirsi e a dividersi in più lobi. Questa situazione permette a masse d’aria gelida di scendere verso latitudini più basse, generando condizioni meteo invernali anche quando la primavera meteorologica è già iniziata.
Gli effetti principali di questo fenomeno potrebbero essere:
• Un brusco calo delle temperature, con valori sotto la media stagionale.
• Venti freddi da nord-est, tipici delle irruzioni di aria artico-continentale.
• Possibili nevicate fino in pianura, soprattutto sulle regioni adriatiche.
• Giornate instabili con precipitazioni nevose anche a bassa quota.
Quali regioni rischiano il gelo e la neve?
L’aria fredda in arrivo potrebbe colpire con maggiore intensità le regioni del versante adriatico e parte del Sud, con particolare attenzione su:
• Abruzzo: rischio neve fino a quote collinari e, in caso di forte raffreddamento, possibili fiocchi fino in pianura.
• Molise: alta probabilità di precipitazioni nevose, con accumuli significativi sui rilievi e possibili nevicate anche nelle zone più basse.
• Basilicata: la regione potrebbe vedere nevicate abbondanti sull’Appennino lucano e fiocchi anche a quote più basse.
• Puglia: la combinazione tra aria fredda e instabilità potrebbe portare neve anche in pianura, soprattutto nelle zone interne del Gargano, Murge e Tavoliere.
Quando potrebbe arrivare il freddo?
Secondo le ultime tendenze, la svolta fredda potrebbe manifestarsi subito dopo il 12 marzo, con il culmine dell’irruzione tra il 13 e il 17 marzo. Tuttavia, il freddo potrebbe persistere anche oltre, influenzando il meteo per diversi giorni prima di un possibile rialzo termico.
Neve in pianura: ipotesi concreta?
La possibilità di neve fino a quote molto basse dipenderà da diversi fattori:
1. L’intensità dell’aria fredda: se l’irruzione sarà particolarmente potente, il gelo potrebbe raggiungere livelli tali da permettere nevicate anche nelle aree pianeggianti.
2. La presenza di umidità sufficiente: perché nevichi a bassa quota servono perturbazioni capaci di generare precipitazioni.
3. Il mix tra correnti fredde e instabilità: se si verificasse una situazione simile a quella del marzo 1987, la neve potrebbe fare la sua comparsa anche su città come Campobasso, Foggia, Bari e Potenza.
Marzo invernale: quanto durerà il freddo?
Le proiezioni indicano che la fase fredda potrebbe durare diversi giorni, con un andamento da confermare nei prossimi aggiornamenti. Se il vortice polare dovesse rimanere disturbato, il gelo potrebbe insistere fino alla terza decade di marzo, ritardando l’arrivo della primavera.
Dopo un inverno relativamente anonimo, marzo sembra voler recuperare terreno, mostrando il suo lato più imprevedibile e gelido. L’evoluzione resta incerta e merita di essere seguita con attenzione, perché la neve in pianura in questo periodo dell’anno non è così frequente, ma nemmeno impossibile.
Gli aggiornamenti delle prossime emissioni modellistiche saranno decisivi per capire se questa ondata di freddo colpirà con forza l’Italia o se i suoi effetti saranno più attenuati. Quello che è certo è che, dopo il 12 marzo, il meteo potrebbe riservare sorprese gelide su Abruzzo, Basilicata, Molise e Puglia.
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di Redazione, 03-03-2025 ore 09:00 
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