Meteo: botta gelida durante marzo. Possibilità in aumento con Neve in Pianura


di  Redazione, 03-03-2025 ore 06:45      Condividi su facebook  Condividi su whatsapp  


Un marzo invernale? Il gelo potrebbe tornare dopo il 12

Marzo è un mese che spesso sorprende per la sua variabilità, capace di alternare temperature primaverili a improvvisi ritorni invernali. Quest’anno, però, potrebbe riservare qualcosa di ancora più estremo. Secondo le ultime elaborazioni modellistiche, una botta gelida potrebbe colpire l’Italia dopo il 12 marzo, con conseguenze rilevanti su molte regioni e la possibilità di neve in pianura.

Perché il freddo potrebbe tornare con forza?

La chiave di questa possibile irruzione fredda sta in una forte attività stratosferica. Il cosiddetto stratwarming, il riscaldamento improvviso della stratosfera, sta mostrando segnali evidenti di propagazione in troposfera. Quando questo avviene, il vortice polare tende a indebolirsi e frammentarsi, consentendo al gelo siberiano o artico di scendere di latitudine, impattando sull’Europa e, potenzialmente, anche sull’Italia.

Gli effetti principali potrebbero essere:
    •    Calo termico sensibile, con temperature sotto la media stagionale.
    •    Venti freddi da nord-est, tipici delle ondate di gelo tardive.
    •    Possibili nevicate fino in pianura, specialmente sulle regioni del versante adriatico e parte della Pianura Padana.
    •    Precipitazioni più abbondanti al Centro-Sud, dove l’interazione tra aria fredda e umidità potrebbe generare scenari invernali.

Quali regioni rischiano di più?

Se questa configurazione dovesse realizzarsi, il gelo potrebbe coinvolgere molte regioni, con effetti diversi a seconda delle aree:
    •    Nord Italia: possibile neve a bassa quota tra Lombardia, Emilia-Romagna e Veneto, con qualche fiocco che potrebbe spingersi fino alla pianura.
    •    Centro Italia: l’aria fredda potrebbe generare nevicate sull’Appennino centrale fino a quote molto basse, specie tra Toscana, Umbria, Marche e Abruzzo.
    •    Sud Italia: anche se meno esposte, le regioni del Meridione potrebbero vedere precipitazioni nevose sui rilievi, in particolare in Molise, Puglia, Basilicata e Campania.

Quanto durerà il freddo?

Secondo le proiezioni attuali, la botta gelida potrebbe iniziare subito dopo il 12 marzo, con il massimo impatto tra il 13 e il 16 marzo. Tuttavia, la durata dipenderà dalla resistenza dell’alta pressione atlantica e dalla capacità del gelo di spingersi in profondità verso il Mediterraneo.

Se l’aria fredda riuscisse a imporsi in modo deciso, potremmo assistere a un prolungamento del periodo invernale fino agli ultimi giorni di marzo, con una primavera che tarderebbe ad affermarsi.

Neve in pianura: possibilità in aumento?

Le ondate fredde di marzo non sono rare nella climatologia italiana, ma la possibilità di neve in pianura è sempre legata a fattori specifici. Perché ciò accada, servono almeno due condizioni fondamentali:
    1.    Un forte ingresso di aria fredda da nord-est, capace di creare un cuscino gelido nei bassi strati.
    2.    L’arrivo di perturbazioni atlantiche, che forniscano l’umidità necessaria per la formazione della neve.

Secondo le ultime tendenze, entrambe queste condizioni potrebbero realizzarsi tra il 12 e il 18 marzo, aumentando quindi il rischio di neve fino in pianura, soprattutto al Nord e sul versante adriatico.

Marzo pazzo: il gelo sarà l’ultimo colpo di coda dell’inverno?

Dopo un febbraio piuttosto anonimo dal punto di vista invernale, marzo sembra pronto a prendersi la scena, con dinamiche che potrebbero risultare più fredde e nevose di tutto l’inverno stesso.

L’evoluzione rimane comunque da monitorare, perché i dettagli sulle traiettorie delle masse d’aria fredda potrebbero cambiare nelle prossime emissioni modellistiche. Tuttavia, la possibilità di un colpo di scena invernale dopo metà mese è concreta, e chi sperava in un anticipo di primavera potrebbe dover aspettare ancora un po’.

Gli aggiornamenti dei prossimi giorni saranno cruciali per confermare o meno questa ondata di freddo tardivo, ma il quadro attuale suggerisce di non riporre ancora giacconi e sciarpe.

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