Primavera con grossi dubbi. Il gelo tardivo e la neve potrebbero fare danni


di  Redazione, 27-02-2025 ore 13:00      Condividi su facebook  Condividi su whatsapp  


Primavera instabile: l’inverno ha ancora qualcosa da dire?

Con l’arrivo della primavera meteorologica, che inizia ufficialmente il 1° marzo, ci si aspetterebbe un graduale addolcimento delle temperature e un progressivo allontanamento dell’inverno. Tuttavia, le proiezioni meteo più recenti non sembrano confermare questa transizione lineare. Il gelo tardivo potrebbe ancora colpire, con il rischio di episodi nevosi fuori stagione e potenziali danni alla vegetazione.

Negli ultimi anni, abbiamo assistito a forti sbalzi termici tra marzo e aprile, con episodi di caldo anomalo seguiti da improvvisi ritorni di freddo. Quest’anno potrebbe non essere diverso: alcuni modelli numerici stanno evidenziando la possibilità di una circolazione atmosferica instabile, che potrebbe favorire discese di aria fredda dalle latitudini settentrionali anche nel pieno della primavera.

Perché il gelo tardivo è una minaccia?

Quando si parla di gelo tardivo, ci si riferisce a quelle ondate di freddo che avvengono dopo il termine dell’inverno astronomico e che possono portare le temperature al di sotto dello zero, specialmente nelle ore notturne. Questo fenomeno è particolarmente dannoso per l’agricoltura e la vegetazione, poiché molte piante iniziano la loro fase di crescita attiva già a marzo, con la comparsa dei primi germogli e fioriture.

Gli effetti principali del gelo tardivo includono:
    •    Bruciature sui germogli e sulle fioriture: le piante che hanno già iniziato la ripresa vegetativa possono subire danni irreversibili, con la perdita della produzione di frutti e ortaggi.
    •    Gelate improvvise su coltivazioni delicate: vigneti, alberi da frutto (come albicocchi, ciliegi, peschi) e colture orticole sono tra le più esposte ai danni del freddo tardivo.
    •    Neve fuori stagione: se il freddo è accompagnato da precipitazioni, la neve potrebbe fare la sua comparsa fino a bassa quota, causando ulteriori problemi alla vegetazione già in ripresa.

L’Italia ha vissuto diversi episodi di gelo tardivo in passato, con situazioni che hanno messo in difficoltà il settore agricolo. Un caso emblematico è quello dell’aprile 2017, quando un’irruzione fredda colpì gran parte del Nord e del Centro Italia, con gelate diffuse che compromisero gravemente la produzione vinicola e frutticola.

Quali sono le regioni più a rischio?

Secondo gli ultimi aggiornamenti meteo, le aree più esposte a un possibile gelo tardivo sarebbero:
    •    Nord Italia: la Pianura Padana è particolarmente vulnerabile, con le gelate notturne che potrebbero colpire duramente la produzione agricola.
    •    Regioni interne del Centro Italia: Umbria, Toscana, Marche e Lazio potrebbero registrare temperature sottozero nelle valli e nei fondovalle più esposti.
    •    Versanti adriatici: se l’aria fredda arrivasse dai Balcani, il freddo potrebbe estendersi fino all’Abruzzo, al Molise e alla Puglia.

La probabilità di un episodio tardivo di neve non è da escludere, soprattutto lungo la dorsale appenninica. In particolare, se un’irruzione artica trovasse condizioni favorevoli, potrebbe verificarsi neve a quote collinari, con effetti anche sulle aree più basse nelle regioni del Centro-Sud.

Quando potrebbe verificarsi questa fase fredda?

Le proiezioni attuali suggeriscono che il periodo più critico potrebbe situarsi tra metà e fine marzo, con una possibile recrudescenza dell’inverno dovuta a un rallentamento della circolazione atlantica e a possibili discese di aria fredda dall’Europa nord-orientale.

I segnali dei modelli numerici indicano che:
    •    Il vortice polare potrebbe subire un indebolimento tardivo, favorendo la discesa di aria artica verso il Mediterraneo.
    •    Le temperature potrebbero scendere sotto le medie stagionali per diversi giorni, con il rischio di gelate nelle ore notturne.
    •    Se il freddo fosse accompagnato da perturbazioni, la neve potrebbe tornare protagonista su alcune regioni italiane.

Quali sono le contromisure per limitare i danni?

In caso di gelo tardivo, gli agricoltori e gli operatori del settore devono adottare strategie per proteggere le colture. Tra le soluzioni più efficaci troviamo:
    •    Irrigazione antibrina: un sottile strato di ghiaccio può proteggere i germogli dal freddo eccessivo.
    •    Coperture termiche: utilizzare teli e reti di protezione aiuta a ridurre la dispersione di calore nelle ore più fredde.
    •    Accensione di fuochi nei campi: una tecnica tradizionale ancora utilizzata per limitare i danni da gelo.

Conclusione: primavera con molte incognite, rischio di gelo e neve tardiva

L’inverno potrebbe non mollare la presa così facilmente, e marzo potrebbe riservare sorprese con temperature sotto media e possibili ritorni di neve su alcune regioni italiane. Il gelo tardivo rappresenta una minaccia concreta per l’agricoltura, e la situazione andrà monitorata con attenzione nei prossimi aggiornamenti.

Le prossime settimane saranno decisive per capire se il gelo farà realmente la sua comparsa, oppure se la primavera riuscirà finalmente a prendere il sopravvento senza intoppi. In ogni caso, il 2024 potrebbe rivelarsi una stagione primaverile tutt’altro che scontata, con un clima estremo capace di alternare fasi gelide a momenti di caldo anomalo. Restiamo in attesa degli aggiornamenti per confermare o smentire questa tendenza.

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