Neve dove non c'è mai stata in tutto l'inverno. Freddo forte a marzo

di  Redazione, 26-02-2025 ore 09:00

Un marzo gelido: lo scenario che si profila per l'Europa e l'Italia

Marzo si preannuncia come un mese dal sapore pienamente invernale, con un’irruzione di aria gelida che potrebbe stravolgere il quadro meteorologico sull’Europa e sull’Italia. Il freddo forte a marzo potrebbe essere la conseguenza di uno split del vortice polare, un evento atmosferico che spesso porta discese di aria artica fino alle medie latitudini, provocando neve dove non c’è mai stata in tutto l’inverno. Le anomalie termiche registrate in questi giorni, infatti, sembrano essere il preludio a un drastico cambiamento, con il rischio di nevicate tardive che potrebbero coinvolgere anche le pianure.

Freddo intenso e neve: le zone più a rischio

Gli ultimi aggiornamenti modellistici indicano che l’aria gelida potrebbe propagarsi rapidamente verso l’Europa centrale e meridionale, colpendo in maniera decisa anche l’Italia. Tra le aree più esposte all’ondata di freddo forte a marzo troviamo:

Nord Italia: possibilità di neve fin sulle pianure di Piemonte, Lombardia e Veneto, con accumuli consistenti sulle Alpi e prealpi.

Centro Italia: rovesci nevosi fino a quote collinari su Toscana, Umbria e Lazio, con la possibilità di fiocchi misti a pioggia persino nelle città della costa adriatica.

Sud Italia: Molise, Puglia, Basilicata e Calabria potrebbero vedere la neve cadere anche a bassa quota, specie nelle aree interne e appenniniche.

Isole Maggiori: la Sardegna potrebbe sperimentare nevicate fino ai 600 metri, con accumuli importanti sulle zone montuose.

Il fenomeno che si sta delineando è di particolare rilievo perché potrebbe portare neve dove non c’è mai stata in tutto l’inverno, sorprendendo molte regioni che finora avevano vissuto una stagione mite e asciutta.

Temperature in picchiata: cosa aspettarsi nelle prossime settimane

L'irruzione fredda, qualora venisse confermata, sarebbe caratterizzata da un drastico crollo delle temperature. Il freddo forte a marzo potrebbe portare valori minimi sotto lo zero non solo nelle aree montuose, ma anche nelle zone di pianura del Nord e del Centro. Le massime difficilmente supererebbero i 5-7°C in molte località, con anomalie termiche negative fino a 8-10°C rispetto alla media stagionale. Il rischio di gelate tardive sarebbe particolarmente elevato, soprattutto nelle valli interne e nelle pianure del Centro-Nord, con possibili ripercussioni sull’agricoltura.

Le cause del freddo tardivo: lo split del vortice polare

L'elemento chiave di questa possibile ondata di gelo è lo split del vortice polare, un evento che si verifica quando il vortice polare si divide in più lobi, permettendo l'afflusso di aria artica verso latitudini più basse. Questo fenomeno ha già avuto impatti rilevanti in passato, causando ondate di freddo tardive anche in primavera. In questo caso, la traiettoria dell’aria fredda potrebbe favorire l’arrivo della neve dove non c’è mai stata in tutto l’inverno, portando un ultimo colpo di coda dell'inverno proprio quando la primavera meteorologica avrebbe dovuto prendere piede.

Quanto durerà il freddo? Le previsioni per la seconda metà di marzo

Al momento, i modelli indicano che il freddo forte a marzo potrebbe persistere almeno per una decina di giorni, con picchi di gelo tra la seconda e la terza settimana del mese. Tuttavia, resta ancora da confermare l’effettiva intensità dell’irruzione fredda e la distribuzione delle nevicate. Alcuni scenari ipotizzano un graduale rialzo termico verso la fine del mese, ma non è escluso che nuove discese di aria fredda possano caratterizzare anche i primi giorni di aprile. L’incertezza previsionale rimane elevata, ma i prossimi aggiornamenti saranno cruciali per comprendere meglio l’evoluzione di questa dinamica meteorologica che potrebbe sorprendere molte regioni italiane.

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