Abruzzo, Molise, Basilicata e Puglia, era il 1987. Bis a marzo 2025? Può succedere davvero


di  Redazione, 18-02-2025 ore 15:00      Condividi su facebook  Condividi su whatsapp  


Il marzo 1987 resta un riferimento assoluto nella memoria meteorologica dell’Italia centro-meridionale. Un’ondata di gelo di portata storica investì l’Abruzzo, il Molise, la Basilicata e la Puglia, portando temperature glaciali e nevicate eccezionali che paralizzarono intere città. In molte località si registrarono accumuli di neve superiori al metro, con scenari che sembravano più tipici delle steppe russe che delle regioni adriatiche italiane. Fu un evento straordinario che sorprese per la sua intensità e durata, lasciando il segno come una delle irruzioni fredde più impressionanti del secolo scorso.

Oggi, a distanza di quasi quarant’anni, i modelli iniziano a suggerire che uno scenario simile potrebbe ripetersi nel marzo 2025. Il motivo? Un indebolimento del vortice polare proprio all’inizio del mese, un segnale che spesso anticipa discese di aria gelida dalle latitudini più settentrionali verso l’Europa. In parallelo, il gelo siberiano è già presente sull’Europa orientale e potrebbe trovare l’occasione giusta per avanzare verso ovest, interessando anche l’Italia con un colpo di coda invernale di quelli da ricordare.

Le dinamiche atmosferiche mostrano come il mese di marzo sia tutt’altro che prevedibile. Se il vortice polare dovesse davvero cedere terreno, la conseguenza naturale sarebbe un affondo di aria fredda in direzione del Mediterraneo. In questo caso, Abruzzo, Molise, Basilicata e Puglia sarebbero tra le regioni più esposte a un’eventuale ondata di gelo tardiva, proprio come accadde nel 1987. Le regioni adriatiche sono storicamente vulnerabili a queste dinamiche, perché quando il freddo continentale incontra le acque ancora relativamente miti del mare, si creano le condizioni per nevicate abbondanti anche a bassa quota.

Gli ultimi aggiornamenti modellistici stanno ancora valutando la portata di questo possibile evento, ma la presenza di un vasto serbatoio di freddo sull’Est Europa resta un elemento chiave. Se le correnti dovessero disporsi nel modo giusto, la possibilità di un marzo gelido non sarebbe affatto remota. Ovviamente, tutto dipenderà dall’evoluzione delle prossime settimane e dalla reale capacità del gelo di spingersi verso sud-ovest, ma lo scenario resta aperto e merita di essere seguito con attenzione.

Marzo 2025 potrebbe dunque riservare sorprese inaspettate, e chi ricorda il 1987 sa bene che la primavera può attendere quando l’inverno decide di colpire con forza. Gli aggiornamenti delle prossime settimane saranno fondamentali per capire se questa configurazione si tradurrà in un evento storico o se il freddo resterà confinato più a est. Per ora, il segnale è chiaro: il vortice polare sta per perdere forza e il gelo siberiano è già in posizione. Potrebbe bastare una semplice variazione nelle correnti per riscrivere la storia del mese di marzo.

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