Marzo gelido? Dall’Abruzzo alla Puglia rischio 1987 bis, la Neve da 1 metro


di  Redazione, 17-02-2025 ore 20:30      Condividi su facebook  Condividi su whatsapp  


Questo inverno potrebbe non essere ancora pronto a lasciare il palcoscenico, e i segnali che arrivano dai modelli non vanno sottovalutati. C’è il rischio concreto che marzo possa riservare un colpo di coda gelido, con conseguenze che potrebbero ricordare uno degli eventi nevosi più estremi della storia recente: marzo 1987. Un episodio che ancora oggi viene ricordato per le sue nevicate record, con accumuli che in alcune zone dell’Abruzzo e della Puglia raggiunsero e superarono il metro di altezza, paralizzando intere città e lasciando un segno indelebile nella memoria di chi lo ha vissuto.

Nel marzo del 1987, una potente ondata di gelo colpì l’Italia centro-meridionale, con una configurazione atmosferica che favorì nevicate straordinarie. L’aria gelida, proveniente dalla Siberia, riuscì a irrompere con forza nel Mediterraneo, attivando un vortice depressionario che si posizionò nel punto perfetto per scaricare precipitazioni abbondanti sul versante adriatico. In Abruzzo, Molise e Puglia la situazione divenne rapidamente critica, con accumuli di neve eccezionali che mandarono in tilt la viabilità e costrinsero molte località all’isolamento per giorni.

A Pescara, Chieti, Termoli, Foggia, Bari e perfino su molte aree della costa, la neve cadde con una persistenza impressionante. In alcuni casi si raggiunsero accumuli superiori al metro, con scenari da pieno inverno siberiano in un mese che solitamente segna la transizione alla primavera. Le temperature crollarono ben al di sotto dello zero, e i forti venti contribuirono a creare condizioni da blizzard, con neve trasportata e accumuli irregolari che rendevano impossibile qualsiasi spostamento.

Oggi, osservando i modelli di lungo termine, emergono alcuni segnali che lasciano aperta la possibilità di un evento simile, anche se con modalità e intensità ancora tutte da definire. Il gelo accumulato in Europa orientale continua a rappresentare una minaccia potenziale, e se dovesse trovare la giusta spinta verso sud, le regioni esposte alle correnti nord-orientali potrebbero trovarsi ancora una volta a fare i conti con un’ondata di neve e freddo fuori stagione.

Marzo non è un mese da sottovalutare dal punto di vista meteorologico. Se c’è una cosa che la storia insegna, è che l’inverno può colpire anche quando il calendario segna l’inizio della primavera meteorologica. Il rischio di un 1987 bis esiste, anche se la probabilità che si ripeta un evento della stessa portata è ancora incerta. Quello che è certo è che il Mediterraneo resta una zona di forti contrasti termici in questo periodo dell’anno, e basta un piccolo spostamento delle configurazioni bariche per scatenare situazioni estreme.

Le prossime settimane saranno decisive per capire se davvero l’Abruzzo, il Molise e la Puglia potranno rivivere un evento simile. I modelli oscillano tra scenari di freddo moderato e l’ipotesi di un’irruzione più severa, e il margine di incertezza è ancora alto. Ma con un serbatoio di gelo così vasto a disposizione, tutto resta possibile, e l’inverno potrebbe non aver ancora detto l’ultima parola.

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