La grande nevicata! Tutto pronto. Gelo siberiano avvolge l’Italia. Meteo storico


di  Redazione, 10-02-2025 ore 06:00      Condividi su facebook  Condividi su whatsapp  


Si avvicina la metà di febbraio e con essa cresce l’attesa per un possibile evento meteorologico che potrebbe entrare di diritto negli annali della climatologia italiana. Il gelo siberiano sta facendo parlare di sé già da giorni, con scenari che potrebbero risultare storici. Le ultime elaborazioni dei modelli matematici mostrano segnali contrastanti, ma la tendenza generale sembra ormai chiara: l’aria gelida proveniente dalla Siberia sta per muoversi con decisione verso l’Europa e potrebbe coinvolgere anche l’Italia in modo significativo. Siamo di fronte a una configurazione che richiama le grandi ondate di freddo del passato, con un quadro meteorologico che si sta delineando in maniera sempre più interessante. Tuttavia, come sempre accade in queste situazioni, l’incertezza regna sovrana e i dettagli saranno da affinare nei prossimi aggiornamenti.

Dalla metà del mese in poi i movimenti atmosferici potrebbero lasciare spazio a un’ondata di gelo siberiano che, se confermata, potrebbe portare effetti notevoli su gran parte del continente europeo e, successivamente, anche sull’Italia. Gli spostamenti delle masse d’aria fredda dipenderanno dalla dinamica del vortice polare, che continua a mostrare segni di forte destabilizzazione. L’indebolimento del vortice potrebbe infatti favorire lo scivolamento dell’aria gelida verso latitudini più basse, spingendo il freddo prima sull’Europa centrale e poi sul Mediterraneo. Questa situazione potrebbe dare vita a un meteo storico, con gelo e neve che potrebbero riproporre scenari simili a quelli di eventi come il febbraio 1956, il gennaio 1985 o il febbraio 2012.

La grande nevicata che molti attendono potrebbe concretizzarsi se l’aria gelida riuscisse a interagire con il Mediterraneo in modo favorevole. Il contrasto tra l’aria siberiana e le correnti più umide in risalita dal Tirreno potrebbe generare precipitazioni diffuse, che in presenza di temperature rigide si trasformerebbero in neve fino a quote molto basse. Se questo scenario dovesse realizzarsi, le regioni settentrionali sarebbero le prime a essere colpite, con possibilità di neve in pianura su Piemonte, Lombardia, Emilia-Romagna e Veneto. Successivamente, il freddo si spingerebbe anche verso il Centro-Sud, con possibilità di nevicate fino in pianura su Toscana, Umbria, Lazio, Abruzzo, Molise e, più avanti, anche su Campania, Puglia e Basilicata.

L’incertezza che ancora aleggia su queste previsioni deriva dal fatto che i modelli matematici continuano a proporre soluzioni differenti, e persino all’interno dello stesso modello si osservano discrepanze significative tra le varie corse. Questo significa che la previsione è ancora in una fase critica, dove basta un piccolo cambiamento nei parametri per modificare radicalmente il quadro finale. Gli “spaghi” dei modelli, ovvero le diverse soluzioni proposte all’interno di una stessa corsa deterministica, mostrano una variabilità elevata, segno che il sistema atmosferico sta vivendo una fase di instabilità che rende complicato fare previsioni precise. Tuttavia, la persistenza di una certa tendenza gelida fa pensare che il rischio di un’ondata di freddo intenso sia più che concreto.

Uno degli elementi chiave di questa configurazione è il comportamento dell’anticiclone russo-siberiano, una struttura barica che, quando si rafforza, può favorire la discesa di aria gelida verso l’Europa. Gli ultimi aggiornamenti mostrano che questo anticiclone potrebbe assumere un ruolo determinante nel dirigere le correnti fredde verso occidente, aumentando così il rischio di un’ondata di gelo significativa sull’Europa centrale e meridionale. Se l’aria siberiana riuscisse a sfondare fino al Mediterraneo senza incontrare ostacoli, allora potremmo assistere a un meteo storico, con temperature in picchiata e neve diffusa fino a quote molto basse.

Nel caso in cui l’irruzione gelida dovesse concretizzarsi, le temperature potrebbero scendere ben al di sotto delle medie stagionali, con valori minimi abbondantemente sottozero su molte regioni. Al Nord si potrebbero toccare punte di -10°C in pianura, mentre al Centro e al Sud le temperature potrebbero crollare fino a valori raramente osservati negli ultimi anni. Oltre al gelo, la neve potrebbe rappresentare un elemento di grande impatto, con accumuli che potrebbero risultare significativi anche su città che non vedono spesso nevicate importanti.

Va però ricordato che, nonostante gli indizi che puntano verso un evento di grande portata, la situazione è ancora in divenire e necessiterà di ulteriori conferme nei prossimi giorni. L’attenzione resta alta, perché la meteorologia ci ha insegnato che anche le configurazioni più promettenti possono subire variazioni fino all’ultimo momento. Tuttavia, il fatto che più modelli inizino a convergere su una possibile ondata di gelo dopo la metà di febbraio è un segnale da non sottovalutare.

L’attesa per un possibile meteo storico è dunque alle stelle, con gelo e neve che potrebbero scrivere una nuova pagina nella climatologia italiana. Nei prossimi giorni avremo aggiornamenti più precisi, ma la possibilità di vivere una fase invernale davvero intensa resta concreta. Non resta che monitorare con attenzione le prossime elaborazioni per capire se davvero l’Italia verrà avvolta dal gelo siberiano e se la grande nevicata si concretizzerà in tutto il suo potenziale.

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