Meteo: Caterpillar gelido in Arrivo. Ci sarà da battere i denti. Neve in pianura. Le zone coinvolte


di  Redazione, 30-01-2025 ore 09:00      Condividi su facebook  Condividi su whatsapp  


L’inverno sta per mostrare il suo volto più crudo e spietato. A partire da lunedì 3 febbraio, l’evoluzione emisferica sembra prendere una direzione ben precisa, con una vera e propria irruzione gelida di matrice continentale in arrivo sull’Italia. Un “Caterpillar gelido” pronto a spazzare via ogni residua traccia di mitezza e a far piombare il nostro Paese in un clima pienamente invernale. Gli ultimi aggiornamenti confermano uno scenario in cui masse d’aria molto fredde, direttamente dalla Russia, scivoleranno lungo il continente per poi riversarsi sul Mediterraneo centrale, con conseguenze che potrebbero risultare particolarmente incisive, soprattutto per il Centro-Sud e il versante adriatico.

L’elemento chiave di questa dinamica è la spinta dell’anticiclone scandinavo, che con il suo posizionamento favorisce l’afflusso di aria gelida verso l’Europa orientale e poi verso la nostra penisola. La massa d’aria in questione avrà caratteristiche puramente continentali, quindi molto secca in origine, ma interagendo con le acque del Mediterraneo potrebbe generare condizioni ideali per la formazione di nevicate diffuse. I modelli matematici individuano un raffreddamento marcato dell’atmosfera, con valori termici previsti fino a -8°C alla quota di 850 hPa, un chiaro segnale di gelo intenso e diffuso.

Le regioni più esposte sembrano essere quelle adriatiche, con la Romagna e le Marche a dover fare i conti con le prime precipitazioni nevose già nei primi giorni dell’irruzione. Ma il vero impatto potrebbe avvenire più a sud, con Abruzzo, Molise, Basilicata e Puglia che rischiano di finire nel cuore della fase più intensa. Qui la neve potrebbe cadere fino in pianura, coinvolgendo anche le aree costiere, un evento che in questi ultimi anni è stato sempre più raro. Le condizioni atmosferiche potrebbero essere favorevoli a nevicate persistenti e diffuse, con accumuli che, a seconda dell’evoluzione finale del sistema, potrebbero risultare di tutto rispetto anche nelle città più grandi.

A rendere questa configurazione ancora più estrema è la possibile durata del freddo. Se inizialmente l’attenzione è puntata sulla prima ondata gelida tra il 3 e il 6 febbraio, le proiezioni a lungo termine suggeriscono che la struttura barica potrebbe mantenere attivo il flusso freddo per diversi giorni. Questo significa che il gelo potrebbe insistere anche oltre la prima fase, con ulteriori occasioni per nevicate e temperature ben sotto la media del periodo.

Gli ultimi aggiornamenti modellistici lasciano intendere che la dinamica sia ormai ben avviata, ma restano ancora delle incognite sui dettagli. Ad esempio, la posizione esatta del minimo depressionario che si andrà a formare potrebbe fare la differenza tra un evento di freddo secco, con solo temperature gelide, e un episodio di neve diffusa fin sulle coste. Questo perché se il minimo si approfondisse più a sud, allora le precipitazioni coinvolgerebbero gran parte delle regioni adriatiche, mentre se rimanesse più alto di latitudine, la neve sarebbe più sporadica ma comunque possibile fino a quote molto basse.

Il quadro generale, quindi, sembra ormai delinearsi con una svolta pienamente invernale, caratterizzata da freddo intenso e nevicate che potrebbero sorprendere per estensione e durata. Ci sarà da battere i denti, e il versante adriatico sarà il principale protagonista di questa nuova fase gelida. L’attenzione resta massima per i prossimi aggiornamenti, che serviranno a chiarire i dettagli su accumuli e distribuzione delle precipitazioni, ma la strada sembra ormai segnata: il grande inverno è pronto a scatenarsi.

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