Un nuovo evento meteo stile 1956 è alle porte con gelo straordinario e neve copiosa su tutta l'Italia? scopriamolo insieme


di  Redazione, 29-01-2025 ore 14:00      Condividi su facebook  Condividi su whatsapp  


Un’ondata di freddo in arrivo a inizio febbraio che potrebbe ricordare, sebbene in maniera esagerata, l’epocale gelo del 1956? Al momento sono solo ipotesi, ma le manovre atmosferiche in atto fanno sognare (o temere, a seconda dei punti di vista) un episodio di freddo intenso a partire dai primi giorni di febbraio. Secondo alcuni modelli previsionali, infatti, intorno al 6 o 7 febbraio potremmo assistere a un’irruzione artica o addirittura continentale, capace di coinvolgere gran parte dell’Italia: da Milano a Firenze, passando per Roma, Napoli, Bari, fino a Reggio Calabria, Palermo e persino la Sardegna orientale.

Uno sguardo al 1956: la grande ondata di freddo
Prima di avventurarci nelle prospettive per i giorni a venire, è doveroso fare un salto indietro nel tempo, a quel febbraio del 1956 che la memoria storica e meteorologica ricorda come uno dei più freddi in assoluto sul nostro Paese. In quell’occasione, l’Europa fu avvolta da un nucleo gelido di origine siberiana che si spinse eccezionalmente a ovest, facendo precipitare le temperature di molti gradi sotto lo zero praticamente ovunque in Italia. Le cronache dell’epoca raccontano di fiumi e laghi ghiacciati anche al Centro-Sud, mentre la neve fece la sua comparsa in luoghi considerati quasi “impossibili” da imbiancare, come la costa tirrenica della Calabria. Furono giorni di passione, con disagi pesanti alla circolazione, all’economia e alla vita quotidiana di milioni di italiani.

Perché si parla oggi di un possibile ‘bis’?
Negli ultimi giorni, i modelli meteorologici hanno evidenziato alcune caratteristiche che richiamano la dinamicità dell’atmosfera tipica di quegli eventi storici. In particolare, a livello emisferico, si nota una tendenza a un possibile “split” del Vortice Polare o a una sua parziale frammentazione, fenomeno che si verifica quando l’aria gelida polare viene rallentata o deviata dalle correnti in quota, consentendole di muoversi più a sud. Se questa dinamica dovesse andare in porto, flussi d’aria molto fredda di origine artica o siberiana potrebbero essere convogliati sull’Europa meridionale, arrivando sul Mediterraneo con conseguenti possibili effetti di maltempo nevoso e temperature molto basse.

Non è raro che nei mesi invernali si creino situazioni propizie alle ondate di gelo, ma per arrivare a qualcosa che si avvicini – anche solo lontanamente – al famigerato 1956, occorre un intreccio di fattori particolarmente fortunato (o sfortunato, a seconda dei punti di vista). Servirebbe, ad esempio, un possente anticiclone in grado di bloccare la circolazione zonale atlantica, obbligando il flusso freddo a discendere dai quadranti nordorientali o addirittura orientali. Al contempo, una depressione sul Mediterraneo fungerebbe da calamita per le masse d’aria gelida, sostenendo precipitazioni che, con valori termici sufficientemente bassi, potrebbero assumere carattere nevoso anche a quote prossime al livello del mare.

Il possibile scenario intorno al 6-7 febbraio
Secondo alcune previsioni, già all’inizio della prima settimana di febbraio potremmo osservare un primo calo termico e un aumento dell’instabilità su alcune regioni del Nord e del Centro, preludio a un ulteriore e più marcato raffreddamento a metà della settimana. Se i vari “tasselli” atmosferici si incastrassero nel modo giusto, avremmo correnti fredde che in breve tempo raggiungerebbero il cuore del Mediterraneo, portando precipitazioni diffuse, nevicate a bassa quota e temperature ben sotto le medie stagionali su gran parte dello Stivale.

Le città maggiormente interessate sarebbero inizialmente quelle settentrionali, come Milano e Torino, dove il freddo più intenso potrebbe dare origine a nevicate in pianura, ma successivamente le masse d’aria gelida si sposterebbero verso sud, coinvolgendo Firenze, Roma, Napoli, Bari, Reggio Calabria e persino aree come Palermo e la fascia orientale della Sardegna. In questi ultimi casi, la quota neve potrebbe abbassarsi in modo significativo rispetto alle medie locali, creando un panorama insolito per zone solitamente meno avvezze a veder cadere i fiocchi.

Attenzione: è ancora tutto in forse
Prima di urlare all’allarme gelo, è bene sottolineare che a oggi ci troviamo ancora nell’ambito di una tendenza: i modelli a medio e lungo termine possono cambiare e spesso capita che configurazioni potenzialmente estreme vengano ridimensionate con il passare dei giorni. La meteorologia invernale, infatti, è influenzata da molte variabili che rendono il quadro previsionale estremamente dinamico. È possibile che la tanto attesa irruzione fredda si verifichi ma in misura più contenuta, oppure che le correnti fredde rimangano in parte “bloccate” a latitudini superiori, riducendo gli effetti sul Mediterraneo.

Detto ciò, le somiglianze tra le mappe attuali e alcuni pattern tipici di inverni storici – tra cui, appunto, quello del 1956 – sono abbastanza evidenti per alimentare un certo fermento tra appassionati e addetti ai lavori. Se le manovre atmosferiche continueranno su questa strada, non possiamo escludere sorprese. In ogni caso, sarà essenziale monitorare l’evoluzione giorno per giorno, affidandosi alle previsioni aggiornate dei centri meteorologici ufficiali.

In conclusione, la prospettiva di un febbraio da brivido, con temperature gelide e nevicate diffuse, è senza dubbio affascinante (e un po’ spaventosa). Tuttavia, la meteorologia ci insegna a mantenere sempre un sano equilibrio tra entusiasmo e cautela: è ancora presto per paragonare con certezza quello che potrebbe avvenire nelle prossime settimane al celebre febbraio del 1956. Se i tasselli andranno tutti al loro posto, potremmo assistere a uno spettacolo meteorologico notevole; diversamente, magari ci accontenteremo di un semplice assaggio invernale. Restiamo dunque in attesa, con un occhio ai termometri e l’altro alle nuvole in arrivo, per scoprire se l’inverno deciderà davvero di sfoderare la sua mossa più gelida.

Ecco le previsioni nel dettaglio delle principali città della Puglia:

 




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