Giorni della merla 2025 porteranno il Gelo da Firenze a Roma e da Rimini a Lecce. Meteo da Neve forte


di  Redazione, 28-01-2025 ore 13:50      Condividi su facebook  Condividi su whatsapp  


I “giorni della merla” sono tradizionalmente considerati i tre giorni più freddi dell’anno, generalmente il 29, 30 e 31 gennaio. Questa credenza fa parte del folklore italiano da diversi secoli, ed esistono numerose leggende e versioni popolari che narrano l’origine di questa denominazione. Una delle più diffuse racconta di una merla (o di una famiglia di merli) che, in un tempo assai lontano, per ripararsi dal gelo di fine gennaio, si rifugiò in un comignolo rimanendovi per tre giorni. Una volta uscita, la merla si ritrovò con le penne annerite dalla fuliggine, e così, da quel momento, i merli divennero neri. Da qui sarebbe nata l’espressione “i giorni della merla”.

Un’altra tradizione, meno diffusa ma comunque radicata in alcune regioni del Nord Italia, collega questi tre giorni a una disputa tra Gennaio e la merla, in cui il mese più freddo dell’anno, infastidito dalla merla che si lamentava per il suo rigore, avrebbe deciso di prolungare il freddo pur di darle una lezione. Quale che sia la versione, il messaggio che trasmettono le storie sui giorni della merla è piuttosto chiaro: si tratta di un periodo di freddo particolarmente intenso che, se supera il suo picco in questi tre giorni, dovrebbe avviare un graduale riscaldamento e dunque annunciare la parte finale dell’inverno.

Se confrontiamo questo aspetto con le condizioni meteo odierne, tuttavia, notiamo alcune differenze. In particolare, al Sud Italia, i giorni della merla – anziché corrispondere a un picco di freddo estremo – potrebbero indicare un passaggio verso la fine della stagione invernale. Le previsioni attuali, infatti, in molte zone meridionali prospettano tempo “chiuso” e pioggia proprio in corrispondenza di fine gennaio. Questo potrebbe essere letto come un segnale che l’inverno, almeno dal punto di vista di temperature particolarmente rigide, stia smorzando i suoi effetti.

Non di rado, nel meridione, si osserva infatti che le ondate di gelo più intense si concentrano o entro il mese di gennaio, oppure subito dopo, ma spesso in maniera discontinua. Quando si verificano piogge relativamente miti in questo periodo, si è portati a pensare che l’inverno stia per concludersi, magari in vista di un febbraio più temperato. Ecco che la tradizione popolare potrebbe portare a considerare i giorni della merla come l’ultimo colpo di coda di un freddo intenso, un colpo di coda che in alcune annate, come quella attuale, non si palesa con un freddo estremo ma piuttosto con perturbazioni piovose.

Tuttavia, c’è un altro aspetto importante da considerare: dopo il 2 febbraio, che coincide con la Candelora, la tradizione popolare (non solo italiana) suggerisce che l’inverno possa riprendere vigore, talvolta con episodi di freddo ancora più intensi, soprattutto nel Meridione, dove l’afflusso di correnti fredde può talvolta portare a improvvisi cambiamenti meteo anche in periodi dell’anno considerati più tiepidi. Non è raro che tra la fine di gennaio e la prima metà di febbraio si abbattano sull’Italia meridionale fronti perturbati di origine artica o balcanica, capaci di portare neve a bassa quota. Pertanto, se l’ultimo giorno di gennaio e i primi di febbraio appaiono uggiosi e piovosi, nulla esclude che, terminata la fase perturbata, l’inverno possa riassestarsi e tornare a far sentire la sua morsa più avanti.

In questo senso, domandarsi se i giorni della merla rappresentino davvero il picco di freddo e quindi l’ultima fase dell’inverno è d’obbligo. La tradizione popolare, tramandata per secoli, ci parla di un periodo al culmine del gelo invernale, seguito da un graduale miglioramento. Tuttavia, la meteorologia moderna, grazie all’utilizzo di dati e modelli previsionali sempre più accurati, smentisce l’idea di un unico e invariabile picco di freddo concentrato in questi tre giorni. L’andamento delle temperature e la distribuzione delle precipitazioni dipendono da una moltitudine di fattori, tra cui le fluttuazioni delle correnti atmosferiche, l’oscillazione del Jet Stream, la presenza o l’assenza di determinate figure bariche (come anticicloni e depressioni) e altri elementi di carattere continentale e globale, come l’oscillazione artica (AO) e l’oscillazione nord atlantica (NAO).

Sebbene la saggezza popolare, in molti casi, nasca dall’osservazione empirica e possa catturare alcune tendenze medie del clima di un luogo, non esiste un rigoroso fondamento scientifico che stabilisca con certezza che il 29, 30 e 31 gennaio siano effettivamente i giorni più freddi dell’anno. Può capitare, in alcune annate, che il grande freddo cada proprio in quel periodo, ma in altre circostanze l’ondata più intensa di gelo può arrivare qualche settimana prima o dopo. Queste variazioni dipendono da meccanismi atmosferici complessi, che non si piegano sempre alle scadenze dettate dai proverbi.

In conclusione, i giorni della merla restano una tradizione affascinante, carica di racconti popolari e simbolismo legato al gelo invernale. Oggi, il loro significato potrebbe apparire diverso, specialmente al Sud Italia, dove piogge e tempo nuvoloso in chiusura di gennaio potrebbero essere interpretati come l’avvicinarsi della fine dell’inverno. Tuttavia, la storia ci insegna che l’inverno è imprevedibile: non è raro che, dopo i “giorni della merla” e la Candelora, il freddo torni a farsi sentire anche in modo intenso, soprattutto in alcune zone del Meridione. Questa alternanza di miti e freddi, di piogge e cieli limpidi, è l’essenza del clima mediterraneo invernale. Le tradizioni popolari, pur non avendo un fondamento scientifico assoluto, conservano il loro fascino e testimoniano il lungo percorso di osservazione del clima nel corso dei secoli. In definitiva, i giorni della merla non hanno il potere di determinare con certezza la fine o la ripresa dell’inverno, ma restano un simbolo, un appuntamento immaginario per ricordarci che la stagione invernale è ancora viva e può riservarci sorprese fino a primavera inoltrata.

Ecco le previsioni nel dettaglio delle principali città della Puglia:

 




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