Meteo: colpo di scena! I modelli matematici virano sempre più verso il gelo e la neve dall'Abruzzo alla Puglia, i dettagli


di  Redazione, 28-01-2025 ore 11:45      Condividi su facebook  Condividi su whatsapp  


L’ondata di freddo che si sta profilando all’orizzonte per le regioni adriatiche e il Sud Italia continua a catturare l’attenzione di meteorologi, appassionati e professionisti del settore. È il modello americano globale (Global Forecast System, noto con la sigla GFS) a confermare, con maggiore insistenza, l’arrivo di un’irruzione artica che dovrebbe portare un drastico calo delle temperature, nevicate a bassa quota o persino in pianura e forti venti di tramontana. Con un orizzonte temporale che si aggira ormai intorno alle 126/132 ore, siamo entrati nella fase di “medio termine” delle previsioni: ciò significa che, pur essendo ancora possibili dei piccoli aggiustamenti, la tendenza generale pare guadagnare ulteriore affidabilità, alzando notevolmente la probabilità di una fase invernale molto intensa.

Il ruolo del GFS nelle previsioni meteorologiche

Il GFS è uno dei modelli di previsione più utilizzati a livello mondiale. Viene sviluppato dal National Centers for Environmental Prediction (NCEP), un’agenzia facente parte della National Oceanic and Atmospheric Administration (NOAA) degli Stati Uniti. Grazie a un sistema di equazioni che descrivono la dinamica atmosferica e a sofisticati algoritmi di calcolo, il modello americano produce proiezioni su scala globale, aggiornate diverse volte al giorno, fornendo una base imprescindibile per i meteorologi di tutto il mondo. Le sue mappe mostrano l’evoluzione di parametri come pressione, temperature, venti e precipitazioni, consentendo di elaborare una previsione a breve, medio e lungo termine.

L’arrivo dell’aria artica: come e perché

Secondo le ultime emissioni del GFS, una massa d’aria molto fredda di origine artica dovrebbe discendere verso il bacino del Mediterraneo, spinta da una configurazione barica favorevole. Spesso, infatti, per avere un’irruzione gelida sulle regioni italiane, è necessaria la presenza di un’alta pressione in posizione atipica (come, ad esempio, sull’Europa centro-occidentale o sulla Scandinavia) che faccia da “blocco” al flusso zonale atlantico e costringa l’aria fredda a muoversi lungo i bordi dell’anticiclone. In questo caso, la disposizione delle figure bariche pare alimentare una spinta delle correnti artiche verso l’Italia, con conseguenze particolarmente avvertibili lungo il versante adriatico e al Sud.

Neve in pianura e vento di tramontana

Uno degli aspetti più interessanti di questa possibile irruzione è la quota neve prevista. Se le proiezioni del GFS dovessero concretizzarsi, l’aria gelida, unita a un gradiente termico favorevole, potrebbe portare fiocchi di neve fino a quote collinari o addirittura pianeggianti. In alcune aree delle regioni adriatiche e del Sud Italia, particolarmente esposte a correnti settentrionali o nordorientali, potrebbero verificarsi accumuli nevosi localmente significativi.

Altro elemento di rilievo è il vento di tramontana, che già da diversi run di GFS si mostra intenso. Questa ventilazione fredda, in grado di accentuare la sensazione di gelo (wind chill), potrebbe assumere carattere di burrasca o burrasca forte, soprattutto sui rilievi e lungo le coste più esposte. L’impatto dei venti rafforzati dalle differenze di pressione tra l’Europa orientale e il Mediterraneo centrale potrebbe portare a mareggiate e notevoli disagi nei collegamenti marittimi.

La tempistica: perché 126/132 ore sono cruciali

Nel gergo meteorologico, le previsioni fino a 72 ore rientrano nel breve termine, mentre l’arco temporale delle 96-144 ore è definito medio termine. Superata una certa soglia, i principali modelli previsionali iniziano a divergere maggiormente nei dettagli, a causa della natura caotica dell’atmosfera. Tuttavia, quando più emissioni consecutive di un modello concordano su un quadro simile, si comincia a parlare di scenario “consolidato” o di forte tendenza.

Il fatto che manchino circa 126/132 ore al presunto evento significa che il periodo di incertezza si sta riducendo. Le dinamiche atmosferiche che porteranno l’aria artica nel Mediterraneo si stanno delineando con maggiore nitidezza, e ogni nuovo run del GFS (nonché di altri modelli come l’europeo ECMWF o l’ICON tedesco) sembra confermare la stessa traiettoria. È probabile che, con l’avvicinarsi ulteriore della scadenza, i dettagli si andranno a definire meglio, come ad esempio la localizzazione delle precipitazioni più abbondanti, l’intensità dei venti e l’effettiva persistenza del freddo.

Conseguenze e raccomandazioni

Se l’ondata di gelo confermata dal GFS dovesse concretizzarsi, le conseguenze pratiche potrebbero essere piuttosto significative. Oltre ai disagi legati alla neve, soprattutto nelle zone dove i fiocchi al suolo sono più rari, andranno tenuti sotto controllo possibili gelate e fenomeni di ghiaccio sulle strade. I settori agricoli e zootecnici dovranno prestare particolare attenzione, poiché un calo termico improvviso e intenso può danneggiare colture e animali da allevamento. Anche il rischio di mareggiate e problemi alla circolazione (soprattutto per i collegamenti con le isole minori o nelle strade interne montane) non è da sottovalutare.

Conclusione

Con circa 126/132 ore prima dell’ingresso dell’aria fredda, il quadro che si va delineando appare sempre più robusto. Il modello americano GFS continua a confermare la dinamica invernale, con temperature in netta diminuzione, neve a bassa quota e vento sostenuto di tramontana. Sebbene in meteorologia la cautela resti sempre d’obbligo, il passaggio dal lungo al medio termine rende la previsione più credibile e la probabilità di un’ondata di gelo invernale in forte ascesa. Nelle prossime emissioni sarà importante monitorare ulteriori dettagli, ma la tendenza verso un episodio rilevante di freddo intenso sul versante adriatico e al Sud Italia sembra ormai innegabilmente concreta.

 

Ecco le previsioni nel dettaglio delle principali città della Puglia:

 

 




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