di Redazione, 27-01-2025 ore 09:15 |
Febbraio è alle porte e, secondo le ultime analisi meteorologiche, sembra profilarsi un periodo di gelo piuttosto incisivo che potrebbe coinvolgere vaste aree d’Europa, compreso il bacino del Mediterraneo. Gli appassionati di meteorologia ma anche i professionisti del settore cominciano ad essere concordi nel ritenere che le condizioni atmosferiche siano fortemente indicative di un’ondata di freddo di notevole entità. Ma quali sono i fattori principali che ci inducono a parlare con una certa sicurezza di gelo in arrivo? Vediamoli uno per uno. 1. Il ruolo del vortice polare e la sua velocità “estrema” nei piani alti dell’atmosfera In che modo? Quando il vortice polare ruota a velocità tanto alte, le onde planetarie (o “rifrazione d’onda”) che si propagano dalla troposfera verso la stratosfera possono immettere energia nel sistema. Questa iniezione di energia, invece di rafforzare la stabilità, può generare disturbi tali da indebolirlo bruscamente nelle settimane successive. È come se lo “stress” a cui viene sottoposto il vortice, inizialmente velocissimo, potesse farlo collassare improvvisamente, consentendo all’aria gelida di sfuggire dalle zone polari verso latitudini più basse. Proprio per questo, nelle prossime settimane – e in particolare a partire dall’inizio di febbraio – ci aspettiamo un deciso calo delle velocità di rotazione del vortice su tutti i piani isoentropici, troposfera compresa. L’indebolimento del vortice favorisce scambi di calore più marcati tra i poli e le zone temperate: le correnti fredde artiche e siberiane, che di solito restano confinate ad alte latitudini, riescono così a penetrare più facilmente sull’Europa. 2. I modelli matematici e la formazione di un blocco anticiclonico Perché è importante questo “blocco”? In sintesi, l’anticiclone agisce come una sorta di barriera che impedisce il normale flusso zonale (da ovest verso est) delle masse d’aria più mite e umida di origine atlantica. Quando l’aria oceanica non riesce ad avanzare, diventa probabile che si creino correnti in discesa dal Nord Europa e dalla Siberia. Queste masse d’aria, molto fredde e a volte secche, possono scivolare verso sud, coinvolgendo l’Europa orientale, quella centrale e talvolta anche l’area mediterranea. La tempistica di tale dinamica è ancora in fase di definizione, ma già dai primi giorni di febbraio (tra il 3 e il 5, secondo alcuni scenari) potremmo assistere a un primo assalto gelido, che avrebbe tutte le carte in regola per generare un brusco calo delle temperature e, a seconda dell’esatta traiettoria, potenziali nevicate anche a quote medio-basse. 3. La statistica: l’onda di freddo “replicata” dall’America all’Europa Di recente, diverse zone degli Stati Uniti hanno sperimentato un’ondata di gelo di una certa rilevanza, con temperature che sono crollate ben al di sotto della norma stagionale. Il meccanismo che favorisce il “passaggio” di un pattern invernale intenso da un lato all’altro dell’Atlantico è complesso e legato alle interazioni tra oceano, atmosfera e posizione delle principali figure di alta e bassa pressione. Tuttavia, l’osservazione empirica ci suggerisce che la possibilità di un’ondata di freddo successiva, anche sul nostro continente, aumenti sensibilmente in queste circostanze. Possibili conseguenze per l’Europa e l’Italia Naturalmente, l’evoluzione a medio-lungo termine (oltre i 7-10 giorni) può ancora riservare modifiche sostanziali. Tuttavia, gli indizi convergenti – un vortice polare in fase di possibile indebolimento, i modelli che evidenziano un blocco anticiclonico a latitudini settentrionali e la ricorrenza statistica di ondate di freddo replicate dall’America all’Europa – sono decisamente forti. Se a questi elementi si aggiunge la fisiologica tendenza del mese di febbraio a riservare “colpi di coda” invernali, il quadro appare ancor più convincente. Insomma, le premesse per vivere un febbraio dai connotati decisamente invernali ci sono tutte. Non resta che tenere d’occhio i nostri bollettini aggiornati e i modelli di previsione per capire l’esatta tempistica di eventuali irruzioni gelide. Ma, dati alla mano, l’impressione è che, nei prossimi giorni, l’inverno voglia ricordarci in modo netto che la stagione fredda è ancora pienamente in corso. Prepariamoci, dunque, a un febbraio potenzialmente gelido e, perché no, anche ricco di sorprese nevose. Ecco le previsioni nel dettaglio delle principali città della Puglia:
Il vortice polare è una vasta area di bassa pressione che staziona in maniera più o meno marcata sopra l’Artico, contenendo al suo interno masse d’aria molto fredde. Fin dal mese di novembre, specialmente nei piani stratosferici, il vortice polare ha mostrato velocità eccezionalmente elevate: a 10 hPa (ossia attorno ai 30 km di altezza) si sono toccati picchi di intensità davvero considerevoli. Questa condizione, paradossalmente, può portare a una situazione di destabilizzazione del vortice stesso.
Un altro elemento che depone a favore di un possibile evento freddo intenso è l’indicazione chiara fornita dai principali modelli matematici di previsione. Da diversi giorni, le simulazioni numeriche mostrano la tendenza a un blocco delle correnti atlantiche sull’Europa, accompagnato dalla formazione di un robusto anticiclone posizionato tra la Scandinavia e l’Inghilterra.
Un terzo motivo, questa volta più di natura statistica che prettamente fisica, supporta la tesi dell’arrivo del freddo in Europa. Spesso, quando si registra un’ondata di freddo rilevante nel Nord America, entro un paio di settimane si osserva un pattern meteorologico piuttosto simile sull’Europa. Tale correlazione non è una regola inviolabile, ma si è ripetuta in numerosi casi del passato.
Se questa configurazione barica dovesse realizzarsi in pieno, molte zone d’Europa dovranno fare i conti con un drastico calo delle temperature. In particolare, le regioni più esposte ai venti provenienti da nord-est o da est – come l’Europa centro-orientale e i Balcani – potrebbero vivere condizioni di gelo pungente e nevicate diffuse. L’Italia, trovandosi al centro del Mediterraneo, è da sempre “terra di confine” tra masse d’aria diverse: la traiettoria delle correnti fredde e l’eventuale interazione con le acque più miti dei nostri mari potrebbero generare situazioni di nevicate fino a quote collinari, specie sul versante adriatico e nelle regioni meridionali.