di Redazione, 22-01-2025 ore 17:00 |
Nonostante le stagioni invernali degli ultimi anni siano state caratterizzate da climi spesso miti e poco inclini a eventi di freddo estremo, l’Italia potrebbe presto trovarsi di fronte a una situazione meteorologica dal sapore antico. I modelli atmosferici più recenti suggeriscono infatti la possibilità di un’ondata di gelo di notevole portata durante il mese di febbraio, con caratteristiche che ricordano i celebri episodi invernali del passato, come quello del 1985. Un fenomeno che potrebbe portare la neve su gran parte del territorio nazionale, incluse le pianure, scenario ormai raro ma non impossibile. Il motivo principale alla base di questa possibile ondata di freddo sarebbe la dislocazione del vortice polare, accompagnata dall’arrivo di una massa d’aria gelida di origine siberiana che potrebbe riversarsi sul Mediterraneo centrale, influenzando direttamente il clima italiano. Le date da tenere d’occhio, secondo le proiezioni attuali, sarebbero due finestre temporali: la prima tra il 3 e il 10 febbraio, e la seconda tra il 20 e il 28 febbraio, in seguito a una temporanea riorganizzazione del vortice polare. Tuttavia, come sempre accade in meteorologia, queste indicazioni vanno prese con cautela e seguite con aggiornamenti costanti, poiché la distanza temporale rende ancora incerte le previsioni. L’Italia, in passato, era più abituata a scenari di questo tipo. Negli anni ‘80, ‘90 e anche nei primi anni 2000, nevicate diffuse su vaste aree della penisola erano fenomeni ricorrenti, grazie a configurazioni atmosferiche che favorivano l’arrivo di correnti fredde dalle regioni artiche o siberiane. Negli ultimi decenni, invece, il riscaldamento globale ha modificato profondamente l’equilibrio climatico, rendendo più rare le ondate di gelo di grande portata. Questo, tuttavia, non significa che tali eventi siano scomparsi del tutto. Anzi, proprio il mese di febbraio, storicamente il più propenso a episodi di freddo intenso, potrebbe riservare sorprese interessanti. Il primo periodo da monitorare è quello compreso tra il 3 e il 10 febbraio. Secondo i modelli matematici, l’anticiclone siberiano, una vasta area di alta pressione che si forma sopra le pianure ghiacciate della Siberia, potrebbe spingere una massa d’aria gelida verso sud-ovest, attraversando l’Europa orientale e giungendo fino all’Italia. Questa discesa di aria fredda potrebbe essere accompagnata da precipitazioni nevose, grazie all’interazione con correnti umide provenienti dal Mediterraneo. In queste condizioni, la neve potrebbe cadere non solo sui rilievi e sulle colline, ma anche sulle pianure e, in alcuni casi, lungo le coste, soprattutto sul versante adriatico e nelle regioni del centro-sud. Le regioni più esposte a questa prima irruzione siberiana sarebbero quelle del nord-est, come il Veneto e il Friuli Venezia Giulia, e quelle del centro, in particolare l’Emilia-Romagna, le Marche, l’Abruzzo e il Molise. Qui, la combinazione tra il freddo intenso e l’umidità del mare potrebbe generare nevicate diffuse, con accumuli significativi anche in pianura. Al sud, invece, la neve potrebbe raggiungere località come Bari, Taranto, Lecce e persino le zone interne della Sicilia, grazie al mix tra aria gelida e umidità ionica. Dopo questa prima fase, il vortice polare potrebbe temporaneamente riprendersi, riportando condizioni più stabili e meno fredde sull’Italia. Tuttavia, i modelli indicano una possibile nuova dislocazione del vortice polare tra il 20 e il 28 febbraio, creando le condizioni per una seconda ondata di gelo, questa volta potenzialmente più intensa e diffusa. In questo caso, il freddo potrebbe interessare tutto il territorio nazionale, portando la neve su gran parte delle città di pianura, incluse Milano, Torino, Bologna, Roma e Napoli. Anche in questa seconda fase, le regioni adriatiche e meridionali sarebbero tra le più colpite, ma non si escludono nevicate significative anche al nord, grazie alla presenza di aria fredda stagnante. Un evento del genere avrebbe inevitabilmente un impatto significativo su diversi aspetti della vita quotidiana. I trasporti sarebbero tra i settori più colpiti, con possibili difficoltà nella circolazione stradale e ferroviaria, soprattutto nelle aree collinari e montane. Anche l’agricoltura potrebbe subire conseguenze negative, in particolare per le colture invernali e gli alberi da frutto, come ulivi e agrumi, che non tollerano le temperature rigide. D’altro canto, un’ondata di freddo intenso potrebbe anche avere effetti positivi, come il rifornimento delle riserve idriche grazie allo scioglimento graduale della neve, e la riduzione di alcune malattie agricole legate a climi miti e umidi. Per gli appassionati di neve e per chi ricorda con nostalgia gli inverni di un tempo, questa possibile ondata di gelo rappresenterebbe un’occasione unica per vivere paesaggi da fiaba e riscoprire l’Italia sotto una coltre bianca. Tuttavia, è fondamentale seguire con attenzione gli aggiornamenti meteorologici nei prossimi giorni, poiché la situazione è in continua evoluzione e ogni variazione nei modelli potrebbe modificare la portata e le tempistiche di questi eventi. Nonostante l’incertezza, i segnali di una svolta invernale per il mese di febbraio sono sempre più evidenti. Le configurazioni atmosferiche che si stanno delineando, unite alla storia meteorologica del periodo, lasciano spazio a una concreta possibilità di freddo e neve diffusi. Se le proiezioni fossero confermate, il febbraio 2024 potrebbe essere ricordato come uno dei più rigidi degli ultimi anni, riportando alla mente episodi epici come quello del gennaio 1985, quando l’Italia intera fu colpita da un’ondata di gelo siberiano senza precedenti. Le date da segnare sul calendario restano due: la prima, tra il 3 e il 10 febbraio, e la seconda, tra il 20 e il 28 febbraio. In queste finestre temporali, l’Italia potrebbe trovarsi a vivere condizioni climatiche straordinarie, con temperature sotto la media stagionale e nevicate estese su gran parte del territorio. Come sempre, però, la meteorologia resta una scienza probabilistica, e la prudenza è d’obbligo. Continuare a monitorare gli sviluppi e prepararsi ad affrontare eventuali condizioni avverse è il miglior modo per accogliere ciò che il mese di febbraio ci riserverà. 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