Meteo: Giorni della Merla africani! Rischio concreto. Ma il Buran sarà una tempesta a febbraio da Nord a Sud


di  Redazione, 21-01-2025 ore 17:00      Condividi su facebook  Condividi su whatsapp  


L’inverno (soprattutto il mese in corso) continua a sorprendere con dinamiche atmosferiche che stanno riscrivendo il concetto stesso di stagionalità. I famosi “Giorni della Merla”, tradizionalmente associati alle temperature più fredde dell’anno, potrebbero quest’anno tingersi di caldo africano. Secondo le ultime previsioni meteorologiche, l’Europa e l’Italia sono sotto l’influenza di un potente anticiclone subtropicale che sta spingendo verso Nord masse d’aria calda di origine sahariana. Il risultato? Temperature ben al di sopra della media stagionale, che potrebbero sfiorare i 20°C in diverse zone del nostro Paese, inclusi i giorni simbolo del freddo invernale. Ma attenzione: il quadro potrebbe ribaltarsi a febbraio, quando l’arrivo del Buran, il celebre vento siberiano, potrebbe trasformarsi in una tempesta di gelo da Nord a Sud, portando neve, freddo estremo e condizioni meteorologiche da record.

Giorni della Merla africani: un’anomalia straordinaria

Le proiezioni meteo per la fine di gennaio sono chiare: l’Italia rischia di vivere una delle configurazioni più anomale degli ultimi decenni. Invece del gelo, tipico dei Giorni della Merla (29-31 gennaio), ci aspetta un clima quasi primaverile, con cieli sereni e temperature che in alcune regioni potrebbero superare i 18-20°C. Questo caldo fuori stagione interesserà soprattutto il Centro-Sud, ma anche il Nord non sarà immune da questa anomalia.

Città come Roma, Napoli e Bari potrebbero registrare temperature massime vicine ai 20°C, mentre al Nord, Milano e Torino potrebbero raggiungere valori intorno ai 15-16°C, ben lontani dalle rigide temperature che di solito caratterizzano questo periodo dell’anno. Persino le zone montane delle Alpi e degli Appennini, dove ci si aspetterebbe la neve, vivranno giornate miti, con il rischio di scioglimento precoce del manto nevoso già scarso di questa stagione.

Questa situazione è legata all’espansione di un anticiclone subtropicale, alimentato da correnti calde provenienti dal Nord Africa. L’alta pressione, oltre a portare temperature elevate, blocca l’arrivo di perturbazioni fredde, lasciando l’Italia in balia di un “inverno mancato”.

Le cause: vortice polare compatto e cambiamento climatico

La causa principale di questa situazione è la chiusura del vortice polare, che sta trattenendo il freddo alle alte latitudini. Questo fenomeno, combinato con l’intensità delle correnti zonali che soffiano da ovest verso est, impedisce alle masse d’aria gelida di raggiungere l’Europa e il Mediterraneo. Mentre il freddo resta confinato verso la Russia e la Siberia, l’Europa si trova sotto una campana di alta pressione che richiama aria calda dal Sahara.

L’estremizzazione climatica che stiamo vivendo è anche un segnale chiaro dell’impatto del cambiamento climatico. Eventi anomali come i Giorni della Merla africani e il successivo gelo siberiano di febbraio rappresentano due facce della stessa medaglia: un clima sempre più imprevedibile e instabile, con fenomeni estremi che si alternano in maniera quasi violenta.

Febbraio: il Buran in arrivo

Ma attenzione, perché l’inverno potrebbe riservare un colpo di scena epocale. Con l’inizio di febbraio, i modelli meteorologici iniziano a mostrare segnali di un indebolimento del vortice polare. Questo cambiamento potrebbe aprire la strada a un’invasione di aria gelida di origine siberiana, nota come Buran, capace di portare un ribaltamento totale delle condizioni atmosferiche attuali.

Il Buran, spinto da venti gelidi provenienti dalla Siberia, potrebbe attraversare l’Europa e raggiungere l’Italia, portando un crollo termico di oltre 30°C in alcune zone. Il passaggio da temperature primaverili a valori sotto lo zero sarebbe uno degli eventi più estremi degli ultimi anni. L’aria gelida siberiana potrebbe abbattersi su tutta la Penisola, da Nord a Sud, portando neve, gelo e condizioni climatiche da record.

Neve a fiocconi e gelo intenso

Se il Buran dovesse effettivamente arrivare, le conseguenze sarebbero significative. Le temperature crollerebbero sotto lo zero su gran parte del territorio italiano, con minime che potrebbero raggiungere i -10°C o anche meno nelle zone interne e di montagna. La neve, invece, potrebbe cadere copiosa non solo sulle Alpi e sugli Appennini, ma anche in pianura e lungo le coste.

Milano e Torino potrebbero vedere nevicate significative, con accumuli che supererebbero i 20-30 cm in città. Anche il Centro-Sud non sarebbe immune: città come Roma, Napoli e persino Bari potrebbero sperimentare episodi di neve a bassa quota, mentre le regioni adriatiche potrebbero essere investite da bufere di neve causate dai venti gelidi orientali.

Contrasti estremi: un segnale da non sottovalutare

L’inverno 2025 si sta configurando come un esempio lampante dell’estremizzazione climatica in corso. Passare dai Giorni della Merla africani al gelo siberiano di febbraio è un chiaro segnale di come il cambiamento climatico stia alterando i pattern atmosferici, portando a eventi sempre più imprevedibili e intensi. Questi contrasti estremi non solo rappresentano una sfida per i meteorologi, ma hanno anche impatti concreti sulla società, dall’agricoltura ai trasporti, fino alla gestione delle emergenze.

Un inverno da seguire

In conclusione, i prossimi giorni saranno fondamentali per capire se le proiezioni meteorologiche verranno confermate. L’Italia, divisa tra un gennaio caldo e un febbraio gelido, si trova al centro di un gioco di contrasti che potrebbe segnare uno degli inverni più anomali e memorabili degli ultimi anni. Come sempre, sarà cruciale monitorare gli aggiornamenti per prepararsi al meglio a quello che sembra essere un inverno fuori dagli schemi, tra caldo primaverile e gelo siberiano.

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