di Redazione, 20-01-2025 ore 07:00 |
Le dinamiche atmosferiche di questo inverno stanno assumendo contorni sempre più particolari, caratterizzate da scenari estremi e imprevedibili. Tra la fine di gennaio e l’inizio di febbraio, i modelli meteorologici indicano la persistenza di un’imponente zonalità, ovvero venti molto intensi che soffiano da ovest verso est, mantenendo il vortice polare compatto e confinando il freddo alle alte latitudini. Questo assetto, unito all’espansione dell’anticiclone subtropicale, sembra destinato a garantire lunghe fasi di alta pressione, con temperature ben al di sopra delle medie stagionali. Sembrerà di essere a maggio, con giornate stabili e miti che potrebbero far dimenticare l’inverno. Ma attenzione, perché febbraio non sarà tutto rose e fiori: lo scenario potrebbe cambiare improvvisamente con l’irruzione di uno Scand+, l’anticiclone scandinavo, che spingerà il gelo verso sud-ovest, aprendo la strada al temuto Buran. L’anticiclone subtropicale: un dominio caldo Gli ultimi aggiornamenti parlano di un anticiclone subtropicale che potrebbe estendersi sull’Europa meridionale e centrale per diverse settimane, alimentato dalle correnti zonali che impediscono alle masse d’aria fredda di scendere verso sud. Questa configurazione atmosferica porterà temperature anomale, con valori ben superiori alla norma stagionale. Se confermato, si tratterebbe di una situazione eccezionale per gennaio e febbraio, mesi che dovrebbero essere i più rigidi dell’anno. Città come Milano, Roma, Napoli e Bari potrebbero registrare massime intorno ai 18-20°C, con punte che localmente potrebbero avvicinarsi ai 22°C, condizioni tipiche della primavera inoltrata. Persino le Alpi, dove solitamente si registra il massimo accumulo di neve, potrebbero vivere un periodo di stasi meteorologica, con un deficit nevoso che rischia di compromettere la stagione sciistica. La sensazione sarà quella di trovarsi intrappolati in un lungo maggio anticipato, senza via d’uscita e con un clima che sembrerà essersi dimenticato del gelo e delle nevicate. Tuttavia, questa apparente stabilità nasconde insidie pronte a stravolgere tutto nel cuore di febbraio. Lo Scand+: il ribaltamento dello scenario Se la zonalità sembra destinata a dominare ancora per alcune settimane, febbraio potrebbe segnare l’inizio di una fase completamente diversa. Uno Scand+, ossia un anticiclone di blocco posizionato tra la Scandinavia e il Nord Europa, potrebbe interrompere il flusso zonale, creando una sorta di barriera naturale che impedirebbe il proseguimento delle correnti calde subtropicali verso l’Europa centrale e meridionale. Questo anticiclone scandinavo spingerebbe il freddo siberiano verso sud-ovest, aprendo la strada a un’irruzione gelida che farebbe sentire i suoi effetti su gran parte del continente. In questo contesto, l’Italia si troverebbe al centro di un ribaltamento meteorologico epocale, con un crollo termico significativo e condizioni che riporterebbero in primo piano l’inverno autentico. Il ritorno del Buran: gelo e neve da record L’irruzione dello Scand+ creerebbe le condizioni ideali per il ritorno del Buran, il temuto vento gelido proveniente dalla Siberia. Questa massa d’aria fredda, estremamente intensa e secca, attraverserebbe l’Europa orientale e centrale, raggiungendo il Mediterraneo con tutta la sua forza. Il risultato sarebbe un brusco abbassamento delle temperature, con crolli termici fino a 15-20°C rispetto ai valori attuali. In Italia, l’arrivo del Buran sarebbe accompagnato da nevicate diffuse, persino a bassa quota. Le regioni settentrionali, come Piemonte, Lombardia e Veneto, vedrebbero nevicate significative, con accumuli che potrebbero superare i 20-30 cm anche in pianura. Anche le città del Centro Italia, come Firenze, Roma e Perugia, potrebbero essere interessate da episodi nevosi, mentre il Sud, solitamente meno esposto, rischierebbe di vedere neve persino lungo le coste. L’aria gelida siberiana non porterebbe solo gelo e neve, ma anche venti forti, che accentuerebbero la sensazione di freddo. Questa combinazione di fattori potrebbe creare condizioni meteorologiche estreme, con disagi significativi per la viabilità e per le attività quotidiane. Un inverno dai due volti Il contrasto tra un gennaio caldo e un febbraio gelido è un chiaro segnale delle estremizzazioni climatiche che stanno caratterizzando il nostro tempo. Passare da un clima primaverile a un inverno rigido e nevoso nel giro di poche settimane rappresenta non solo un evento raro, ma anche una sfida per i meteorologi e per la società. Il riscaldamento globale sta contribuendo a rendere sempre più frequenti questi eventi estremi, con un impatto diretto sulle attività umane e sull’ambiente. L’alternanza tra anticicloni subtropicali e irruzioni siberiane è un esempio lampante di come il clima stia diventando sempre più imprevedibile, con effetti che si fanno sentire su scala globale. Monitorare l’evoluzione L’anticiclone subtropicale e il successivo arrivo del Buran rappresentano due facce dello stesso inverno anomalo, un mix di caldo e gelo che entrerà nella memoria collettiva. Sarà fondamentale monitorare costantemente l’evoluzione delle configurazioni atmosferiche, per comprendere se e quando il freddo siberiano farà il suo ingresso sull’Italia e sul resto d’Europa. Questo inverno sembra destinato a sorprendere fino all’ultimo, alternando fasi di calma e calore a momenti di gelo estremo e nevicate eccezionali. Un periodo che potrebbe essere ricordato come uno degli esempi più chiari dell’estremizzazione climatica in corso, con implicazioni che continueranno a farsi sentire anche nei prossimi anni. 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