Meteo: Ribaltone. Botta Africana subtropicale a fine gennaio su Milano e Val Padana? Sarebbe Clamoroso


di  Redazione, 17-01-2025 ore 19:15      Condividi su facebook  Condividi su whatsapp  


L’inverno 2025 potrebbe regalarci uno scenario meteo a dir poco anomalo. I modelli numerici, in particolare l’americano GFS, stanno infatti lanciando segnali chiari di un possibile ribaltamento della configurazione atmosferica a livello emisferico proprio verso la fine del mese. L’ipotesi di una “botta africana” con afflussi di aria subtropicale che interesserebbero Milano e la Val Padana nei giorni tradizionalmente più freddi dell’anno, i cosiddetti “giorni della Merla”, rappresenta una prospettiva clamorosa e inusuale.

L’anomalia nei modelli: verso i 20 gradi?

Secondo gli ultimi aggiornamenti del modello GFS, le temperature massime potrebbero avvicinarsi o addirittura raggiungere i 20°C in alcune zone della pianura padana, una condizione che risulterebbe paradossale per il periodo. Storicamente, la fine di gennaio è caratterizzata da un clima rigido e spesso segnato da episodi di gelo e nevicate. Tuttavia, l’eventuale afflusso di aria calda di origine subtropicale potrebbe ribaltare questa tradizione.

Non solo il GFS, ma anche altri modelli – come ECMWF – mostrano tendenze simili, anche se con qualche riserva. Nei giorni scorsi si parlava infatti di un possibile ritorno del gelo verso fine mese, con temperature più consone alla stagione. Ora, però, l’ipotesi del caldo anomalo sta guadagnando terreno.

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Un ribaltamento della configurazione emisferica

Le cause di questa anomalia vanno ricercate nella dinamica atmosferica a livello emisferico. In pratica, potrebbe verificarsi un'accelerazione o un temporaneo riaccorpamento del Vortice Polare, accompagnato da un rafforzamento dell’anticiclone subtropicale. Questa situazione favorirebbe un richiamo di correnti calde dall’Africa settentrionale verso l’Europa meridionale, coinvolgendo direttamente anche l’Italia.

La Val Padana, essendo naturalmente predisposta all’accumulo di nebbie e inversioni termiche, potrebbe però registrare variazioni locali: le temperature massime potrebbero essere più elevate nelle aree collinari rispetto a quelle pianeggianti, dove l’aria calda potrebbe non riuscire a penetrare pienamente.

I giorni della Merla: miti o gelidi?

Tradizionalmente, i giorni della Merla (29, 30 e 31 gennaio) sono noti per essere i più freddi dell’anno. Secondo la leggenda, il termine deriverebbe da un episodio di grande freddo che avrebbe costretto una merla a rifugiarsi in un camino per proteggersi, diventando così nera a causa del fumo. Tuttavia, se le proiezioni attuali si confermassero, questi giorni potrebbero essere ricordati non per il gelo, ma per un’insolita mitezza.

Un’anomalia di tale portata non sarebbe solo un evento raro, ma anche un chiaro segnale del cambiamento climatico in corso. L’aumento della frequenza di eventi estremi, siano essi ondate di caldo fuori stagione o episodi di gelo intenso, sottolinea l’urgenza di affrontare le sfide legate alla crisi climatica.

Attenzione: non è detta l’ultima parola

Nonostante gli scenari attuali siano affascinanti e allarmanti allo stesso tempo, è importante ricordare che si tratta di proiezioni a medio-lungo termine, che possono ancora subire variazioni significative. L’atmosfera è un sistema complesso e dinamico, e l’affidabilità delle previsioni diminuisce all’aumentare dell’orizzonte temporale.

Monitoreremo attentamente i prossimi aggiornamenti dei modelli numerici per capire se questa tendenza verrà confermata o se, al contrario, assisteremo a un ritorno di condizioni invernali più rigide. In ogni caso, ciò che sta emergendo rappresenta un ulteriore esempio della variabilità estrema che caratterizza il clima attuale.

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Conclusione

Un’ondata di caldo subtropicale a fine gennaio sarebbe un evento clamoroso per Milano e la Val Padana, specialmente nei giorni della Merla. Sebbene le proiezioni siano ancora in evoluzione, un tale scenario confermerebbe come il clima stia diventando sempre più imprevedibile. Continuare a monitorare e analizzare questi fenomeni non è solo una questione meteorologica, ma anche un modo per comprendere meglio le sfide climatiche del nostro tempo.




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