di Redazione, 09-01-2025 ore 07:00 |
La stagione invernale entra finalmente nel vivo, e a partire da domenica ci attende un drastico cambiamento meteorologico, con un marcato peggioramento che porterà neve abbondante su diverse aree dell’Italia centrale e meridionale. Le zone più colpite saranno Basilicata e Abruzzo, dove si prevedono accumuli eccezionali che potrebbero raggiungere livelli da record per questo periodo dell’anno. Le cause del peggioramento Alla base di questa situazione troviamo un mix di fattori atmosferici che renderanno il clima particolarmente dinamico e instabile. Da un lato, una massa di aria fredda in arrivo dall’est Europa investirà il nostro Paese, abbassando le temperature in modo significativo già dal weekend. Dall’altro, un minimo depressionario si formerà al Nord Italia e scivolerà verso sud, attraversando l’intera penisola e attivando intense precipitazioni. Questo connubio tra aria fredda e depressione sarà il motore di nevicate diffuse e persistenti, che interesseranno soprattutto le aree appenniniche centrali e meridionali. Dove nevicherà Gli ultimi modelli previsionali indicano che la neve cadrà inizialmente a quote medio-alte, ma con il passare delle ore e l’intensificarsi dell’afflusso freddo, la quota neve potrebbe abbassarsi sensibilmente, soprattutto sulle regioni centrali. Al momento, la previsione più accreditata vede i seguenti livelli di accumulo nevoso: Grande NOVITA'! Meteopuglia raddoppia! è ATTIVO anche www.meteoitalianews.it un ulteriore portale con meteo a 360 gradi a livello nazionale, seguilo anche tu: CLICCA QUI Pioggia in pianura, ma con possibili sorprese Per le zone di pianura, la fase iniziale del peggioramento porterà soprattutto piogge intense e persistenti, in particolare lungo le coste adriatiche e ioniche. Tuttavia, non è escluso che la situazione possa evolvere con un abbassamento della quota neve anche in pianura, soprattutto nelle regioni centrali. In questo caso, città come Pescara, Teramo e Matera potrebbero vedere i primi fiocchi dell’anno. Gli accumuli maggiori sono attesi nelle aree interne appenniniche, dove la combinazione tra aria fredda e precipitazioni abbondanti potrebbe dar vita a scenari tipicamente invernali, con disagi alla viabilità e possibili interruzioni dei collegamenti. La Basilicata e l’Abruzzo, in particolare, rischiano di essere le regioni più colpite, con un vero e proprio “effetto stau” sulle montagne che amplificherà le precipitazioni nevose. Leggi anche: Temperature in crollo di -15 gradi! Leggi anche: Buran entro fine mese, neve forte Una situazione ancora in evoluzione È importante sottolineare che la situazione meteorologica è ancora soggetta a cambiamenti. I modelli previsionali potrebbero aggiornarsi nelle prossime ore, modificando la distribuzione e l’intensità delle nevicate. In particolare, sarà fondamentale monitorare l’interazione tra il minimo depressionario e l’aria fredda in arrivo da est: un lieve spostamento di questi elementi potrebbe incidere sulla quota neve e sugli accumuli previsti. Conclusioni Il peggioramento atteso da domenica segna un ritorno in grande stile dell’inverno su gran parte d’Italia. Basilicata e Abruzzo saranno al centro di questo episodio nevoso, ma anche altre regioni del Centro-Sud potrebbero risentire di nevicate a bassa quota. Non resta che attendere i prossimi aggiornamenti per confermare le previsioni e prepararsi ad affrontare uno scenario meteorologico che, a detta degli esperti, potrebbe rivelarsi particolarmente suggestivo e intenso.
• Marche, Abruzzo e Molise: neve a partire dai 300 metri, con accumuli importanti nelle aree collinari e montane. L’Abruzzo, in particolare, potrebbe registrare accumuli significativi sopra i 500 metri, con valori oltre i 30-40 cm nelle aree interne.
• Basilicata: nevicate abbondanti sopra i 600 metri, ma non si escludono fiocchi a quote inferiori qualora la massa di aria fredda dovesse risultare più incisiva. Le aree montane, come il Pollino e l’Appennino lucano, potrebbero ricevere accumuli fino a 50 cm.
• Puglia settentrionale e Calabria settentrionale: neve a partire dai 600 metri, con possibili accumuli oltre i 20 cm nelle zone interne del Subappennino Dauno e della Sila.