Meteo: anticiclone russo-siberiano in gran forma. Soffio gelido e tanta neve come nel 1985


di  Redazione, 03-01-2025 ore 18:00      Condividi su facebook  Condividi su whatsapp  


L’Italia potrebbe trovarsi a vivere un gennaio memorabile, evocando scenari che riportano alla mente l’iconico inverno del 1985, quando un’ondata di gelo straordinaria e nevicate record colpirono la penisola. Gli esperti di meteorologia stanno osservando con attenzione l’evolversi delle dinamiche atmosferiche, che sembrano suggerire un ritorno delle condizioni di allora. Il protagonista di questa possibile evoluzione è l’anticiclone russo-siberiano, una figura chiave nei grandi inverni europei.

L’inverno del 1985: un evento storico

Per comprendere la portata di ciò che potrebbe accadere, bisogna tornare indietro di quarant’anni, a gennaio 1985. Fu un periodo di freddo eccezionale che paralizzò il Paese, portando temperature polari e nevicate senza precedenti, anche in città non abituate a fenomeni simili. Torino, Milano, Firenze e persino Roma furono coperte da un manto bianco, mentre le coste adriatiche e il sud videro scenari da cartolina, con la neve che si spingeva fino al livello del mare.

A determinare quell’evento fu un’irruzione di aria gelida proveniente direttamente dalla Siberia. Le temperature precipitarono ben al di sotto dello zero, con valori record che raggiunsero -20°C in alcune località del Nord. Le nevicate non furono da meno: accumuli superiori al metro in Pianura Padana e una persistente copertura nevosa che resistette per settimane.

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La situazione attuale: segnali dal vortice polare

Secondo gli ultimi aggiornamenti, l’attuale configurazione atmosferica potrebbe riproporre uno scenario simile, grazie alla sinergia tra l’anticiclone russo-siberiano e il vortice polare. Questo anticiclone è una figura dominante in inverno, capace di sospingere aria gelida dalle steppe siberiane verso l’Europa. Al momento, il vortice polare – una vasta area di bassa pressione situata sopra il Polo Nord – appare più instabile del solito, un segnale che potrebbe preludere a una discesa di aria fredda verso latitudini più meridionali.

La chiave per un evento in stile 1985 risiede proprio in questa combinazione: se l’anticiclone russo-siberiano dovesse consolidarsi con forza e il vortice polare frammentarsi, si creerebbe un corridoio preferenziale per l’irruzione di masse d’aria gelida sull’Italia.

Neve e gelo dopo metà gennaio

Gli ultimi modelli meteorologici indicano che la svolta potrebbe avvenire dopo la metà di gennaio. L’Italia sarebbe colpita inizialmente da un calo termico significativo, con temperature che potrebbero scendere di 10-15°C rispetto ai valori attuali. Subito dopo, l’arrivo di perturbazioni atlantiche potrebbe innescare nevicate diffuse su gran parte del Paese.

Gli accumuli di neve potrebbero essere particolarmente importanti al Nord e lungo l’Appennino, ma anche il Centro-Sud potrebbe essere interessato da fenomeni notevoli. Città come Firenze, Roma e Napoli potrebbero rivedere la neve, un evento sempre più raro negli ultimi decenni.

Possibili conseguenze e preparativi

Un’ondata di gelo e neve come quella del 1985 avrebbe inevitabili ripercussioni. Oltre ai disagi per la viabilità, con strade e ferrovie bloccate, ci sarebbe il rischio di danni per l’agricoltura, specialmente per le colture più sensibili al gelo. Tuttavia, questi eventi possono anche portare benefici: la neve accumulata aiuta a ricostituire le riserve idriche, cruciali per contrastare la siccità estiva, e favorisce il turismo invernale nelle località montane.

Gli esperti consigliano di monitorare attentamente gli aggiornamenti meteo e di prepararsi ad affrontare condizioni invernali estreme. Dotarsi di pneumatici invernali, proteggere le tubature dall’eventuale gelo e avere scorte di generi di prima necessità sono misure di buon senso per prevenire disagi.

Un gennaio che potrebbe entrare nella storia

La possibilità di rivivere un inverno come quello del 1985 suscita fascino e timore. L’evoluzione atmosferica sarà determinante: se i tasselli dovessero incastrarsi come previsto, l’Italia potrebbe trovarsi di fronte a uno degli inverni più rigidi e nevosi degli ultimi decenni. Per ora, non resta che attendere e osservare, con uno sguardo rivolto al cielo e uno al termometro.




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