Meteo: vortice polare in subbuglio. Neve in pianura e sulle coste. Ecco da quando


di  Redazione, 03-01-2025 ore 16:00      Condividi su facebook  Condividi su whatsapp  


Il vortice polare continua a essere un osservato speciale per gli appassionati di meteorologia e per chi segue con interesse l’evoluzione climatica di questo inverno. Sebbene non sia ancora in una fase di destabilizzazione massima, il vortice rimane in uno stato di subbuglio, incapace di accentrarsi e di accorparsi completamente. Questo scenario, già evidente nelle ultime settimane, potrebbe aprire la strada a configurazioni atmosferiche favorevoli a eventi meteorologici significativi nella seconda metà di gennaio, con la possibilità di neve in pianura e persino sulle coste.

Il ruolo della stratosfera: un vortice freddo e accorpato

In stratosfera, il vortice polare si mantiene molto freddo e ben accorpato. Questo stato impedisce la formazione di uno stratwarming, ossia quel fenomeno che provoca un riscaldamento improvviso della stratosfera capace di destabilizzare completamente il vortice e di modificarne la struttura. La mancanza di scambi di calore in questa zona dell’atmosfera contribuisce a mantenere una certa solidità del vortice a livello stratosferico. Tuttavia, questa relativa stabilità non si riflette pienamente sulla troposfera, dove il comportamento del vortice polare risulta essere ben diverso.

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La troposfera: un vortice compromesso e instabile

Nella troposfera, il vortice polare sembra vivere di “vita propria”. Qui, infatti, la sua struttura appare compromessa, frammentata e instabile. Questa situazione favorisce l’instaurarsi di scambi meridiani, ossia movimenti di masse d’aria che vanno da nord a sud e viceversa, spesso responsabili di configurazioni meteorologiche estreme. In parole semplici, l’aria gelida proveniente dal nord potrebbe essere convogliata verso le latitudini più basse, mentre l’aria più calda potrebbe salire verso il polo. Questo tipo di dinamica è tipica di un vortice polare non completamente accorpato e incapace di contenere al suo interno l’aria fredda.

Da metà gennaio: aumentano le possibilità di neve

Le conseguenze di questo stato di subbuglio si faranno sentire con maggiore evidenza da metà gennaio, quando gli scambi meridiani potrebbero diventare più intensi e organizzati. Questo scenario favorirà l’arrivo di ondate di gelo verso l’Europa, con un rischio crescente di neve anche a quote basse. Le aree pianeggianti e persino alcune zone costiere potrebbero trovarsi coinvolte in episodi di nevicate, un evento che negli ultimi anni è diventato sempre più raro ma che quest’inverno sembra avere condizioni favorevoli per realizzarsi.

Le regioni italiane maggiormente esposte a questa possibilità saranno quelle del versante adriatico, da sempre sensibili alle irruzioni fredde provenienti dai Balcani, ma anche alcune aree del sud, dove il contrasto tra l’aria gelida e le acque ancora relativamente miti del Mediterraneo potrebbe generare precipitazioni a carattere nevoso fino a livello del mare. Anche il nord Italia potrebbe assistere a nevicate in pianura, soprattutto in concomitanza con l’arrivo di correnti più umide che favorirebbero precipitazioni significative.

Un inverno tutto da seguire

In conclusione, il vortice polare, pur non essendo destabilizzato in maniera drammatica, continua a trovarsi in uno stato di precarietà che, nei prossimi giorni, avrà ripercussioni importanti sul meteo delle nostre latitudini. Se la stratosfera si manterrà fredda e accorpata, bloccando il trasferimento di calore, la troposfera mostrerà una dinamica più complessa e instabile, alimentando scambi meridiani che potrebbero portare neve in pianura e lungo le coste italiane.

Da metà gennaio, dunque, lo scenario meteorologico potrebbe cambiare radicalmente, regalando a molte regioni italiane un vero assaggio d’inverno con nevicate anche a basse quote. Non resta che seguire l’evoluzione giorno per giorno per capire quali aree saranno maggiormente interessate da questo possibile evento invernale.




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