di Redazione, 03-01-2025 ore 14:00 |
L’inverno si prepara a entrare nel vivo, e l’attenzione degli esperti meteo si concentra sul possibile arrivo di uno degli eventi meteorologici più estremi degli ultimi decenni: il Buran. Le possibilità che il temuto vento gelido di origine siberiana colpisca l’Italia dopo metà gennaio sono in netto aumento, con scenari che suggeriscono condizioni potenzialmente critiche su gran parte del territorio nazionale. Perché il Buran potrebbe arrivare? La chiave di questa possibile irruzione gelida risiede nel comportamento del vortice polare. Nelle prossime settimane, si prevede che il vortice polare si indebolisca, predisponendosi in una configurazione favorevole a un pattern a due onde. Questo tipo di configurazione meteorologica tende a sollecitare l’onda atlantica, creando un blocco atlantico che ostacola il normale flusso zonale delle correnti occidentali. In altre parole, l’aria fredda accumulata in Siberia potrebbe essere dirottata verso l’Europa e, di conseguenza, sull’Italia. L’eventuale formazione di un ponte di Weikoff, un particolare tipo di collegamento anticiclonico tra l’Atlantico e l’Artico, rafforzerebbe ulteriormente la discesa di aria gelida siberiana sul nostro Paese. Se queste condizioni si verificassero, l’Italia potrebbe sperimentare il Buran più intenso degli ultimi 30 anni, con temperature estremamente basse e diffuse tempeste di neve. Leggi anche: arriva il gelo siberiano da Foggia a Lecce Le conseguenze per l’Italia Se il Buran colpisse, gli effetti sarebbero particolarmente rilevanti. Le regioni più esposte sarebbero quelle del Nord e del Centro, ma anche il Sud potrebbe essere interessato da nevicate a bassissima quota. Fenomeni di questo tipo si verificano raramente, ma quando accadono, possono portare a eventi estremi come bufere di neve, ghiaccio e un crollo generalizzato delle temperature. Le città italiane potrebbero affrontare giornate con minime abbondantemente sotto lo zero, specialmente nelle pianure del Nord e nelle zone interne del Centro. Anche la dorsale appenninica rischierebbe di essere sepolta sotto cumuli di neve eccezionali, con disagi significativi alla viabilità e potenziali emergenze per le infrastrutture. Un quadro ancora da confermare È importante sottolineare che, al momento, si tratta di proiezioni a medio-lungo termine. I modelli meteorologici sono in continua evoluzione, e molti fattori potrebbero influenzare il verificarsi di un evento di tale portata. Tuttavia, i segnali che arrivano dalle simulazioni climatiche più recenti indicano un’elevata possibilità che il vortice polare si disponga in modo da favorire queste condizioni. Non si tratta ancora di una certezza, ma le probabilità stanno crescendo. Gli esperti stanno monitorando con attenzione ogni sviluppo, poiché l’arrivo del Buran potrebbe cambiare radicalmente il volto di questo inverno. Già a partire dalla seconda metà di gennaio, l’Italia potrebbe trovarsi nella traiettoria dell’aria gelida siberiana, con effetti che ricordano gli inverni più rigidi degli ultimi decenni. Prepararsi al peggio Nel frattempo, è consigliabile seguire gli aggiornamenti meteo con attenzione e prepararsi a possibili scenari estremi. La presenza di un blocco atlantico e di un ponte di Weikoff suggerisce che le condizioni potrebbero deteriorarsi rapidamente. Se il Buran dovesse effettivamente colpire, è probabile che vengano emessi bollettini di allerta per nevicate intense, gelo e condizioni di ghiaccio su strada. In conclusione, l’ipotesi di un Buran più intenso degli ultimi 30 anni rappresenta uno scenario ancora da confermare, ma che non può essere escluso. I prossimi aggiornamenti saranno fondamentali per comprendere se e come questa storica irruzione siberiana interesserà l’Italia, portando con sé uno spettacolo meteorologico tanto raro quanto pericoloso