Meteo: indici teleconnettivi in crollo. Gennaio con pesanti anomalie termiche. Burian furioso alle porte


di  Redazione, 31-12-2024 ore 15:30      Condividi su facebook  Condividi su whatsapp  


Gli ultimi aggiornamenti meteorologici dipingono uno scenario di grande interesse per il mese di gennaio 2025. Gli indici teleconnettivi, che giocano un ruolo fondamentale nella comprensione delle dinamiche atmosferiche a larga scala, stanno mostrando segnali di forte instabilità. In particolare, si prevede un crollo dell’AO (Oscillazione Artica), un calo della NAO (Oscillazione Nord Atlantica) verso valori negativi e il passaggio della MJO (Oscillazione di Madden-Julian) nelle fasi più attive tra la 6 e la 7.

Questi segnali, uniti a una crescente destabilizzazione del Vortice Polare, potrebbero innescare l’arrivo di ondate di gelo molto intense sull’emisfero settentrionale. Tra i possibili scenari c’è quello di un Burian furioso, con conseguenze pesanti per l’Italia.

Gli indici teleconnettivi: cosa sono e perché sono importanti

Gli indici teleconnettivi sono parametri climatici che aiutano a descrivere lo stato e le interazioni tra le principali strutture atmosferiche a scala globale. Ecco una panoramica dei tre indici principali che influenzeranno il meteo di gennaio:
    1.    AO (Oscillazione Artica)
L’AO è un indice che misura la differenza di pressione atmosferica tra l’Artico e le medie latitudini. Quando l’AO è positiva, il Vortice Polare è compatto e le correnti fredde rimangono intrappolate nelle regioni polari. Al contrario, un’AO negativa indica un Vortice Polare debole e frammentato, con conseguente spostamento delle masse d’aria fredda verso le medie latitudini, inclusa l’Europa.
Secondo gli ultimi dati, l’AO sarà in forte calo agli inizi di gennaio, segnalando un’alta probabilità di dispersione di aria gelida verso sud.
    2.    NAO (Oscillazione Nord Atlantica)
La NAO descrive la differenza di pressione tra l’Islanda e le Azzorre. Quando è positiva, si ha un flusso zonale con venti occidentali che favoriscono condizioni miti e umide in Europa. Quando è negativa, si sviluppano blocchi atmosferici che favoriscono la discesa di aria fredda da nord o da est.
La tendenza attuale indica una NAO negativa, che potrebbe portare a un blocco anticiclonico sull’Atlantico e favorire il movimento di correnti gelide verso l’Italia.
    3.    MJO (Oscillazione di Madden-Julian)
La MJO è un’oscillazione atmosferica tropicale che si sposta lungo l’Equatore e influenza le condizioni meteo globali. Le sue fasi (da 1 a 8) hanno impatti significativi sulla circolazione atmosferica a medie e alte latitudini.
L’ingresso della MJO nelle fasi 6 e 7 suggerisce un aumento dell’attività convettiva nel Pacifico occidentale e nell’Oceano Indiano, con ripercussioni sul rafforzamento di onde atmosferiche che possono destabilizzare il Vortice Polare.

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Conseguenze sul Vortice Polare: un inverno crudo alle porte

La combinazione di AO in calo, NAO negativa e MJO attiva nelle fasi 6 e 7 rappresenta una configurazione potenzialmente esplosiva per il Vortice Polare. Quando il Vortice Polare si indebolisce, si verificano scissioni o spostamenti delle sue masse d’aria gelida verso latitudini più basse.

In questo contesto, è probabile che uno o più “pezzi” del Vortice Polare si stacchino, inviando ondate di gelo intenso sull’emisfero settentrionale. Tra i territori più a rischio c’è anche l’Italia, che potrebbe sperimentare un gennaio con anomalie termiche negative e condizioni invernali estreme.

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Burian: cosa comporta e quando potrebbe arrivare

Il Burian, vento gelido e secco di origine siberiana, è uno dei fenomeni più temuti in inverno. Se le previsioni si realizzeranno, e una massa d’aria gelida dalla Siberia raggiungerà l’Italia, ecco cosa potremmo aspettarci:
    •    Crollo termico: Le temperature potrebbero scendere ben al di sotto dello zero, con valori fino a -10°C o -15°C nelle zone interne e montuose. Anche le città di pianura potrebbero registrare minime gelide.
    •    Neve a bassissime quote: La combinazione di aria fredda e instabilità atmosferica porterebbe nevicate diffuse, anche lungo le coste adriatiche e tirreniche.
    •    Persistenza del gelo: L’arrivo del Burian è spesso associato a una fase prolungata di freddo intenso, con gelate diffuse anche durante il giorno.
    •    Venti forti: Il Burian è accompagnato da raffiche di vento gelido che accentuano la sensazione di freddo e possono creare disagi nei trasporti e nelle infrastrutture.

Secondo i modelli, il periodo più a rischio per l’arrivo del Burian si colloca tra il 9/10 gennaio e il 15 gennaio 2025.

Un gennaio sotto osservazione

Se le proiezioni attuali saranno confermate, l’Italia potrebbe vivere un gennaio dal sapore invernale intenso, con condizioni di gelo e neve su molte regioni. In particolare, il versante adriatico e le zone interne del Centro-Sud sarebbero le più esposte, ma anche le regioni settentrionali potrebbero sperimentare fenomeni nevosi significativi.

La configurazione attesa, con blocchi atmosferici e irruzioni fredde, potrebbe inoltre innescare episodi nevosi eccezionali anche su pianure e coste, rendendo gennaio uno dei mesi più interessanti e potenzialmente estremi degli ultimi anni.

Conclusioni: in attesa di conferme

Gli indici teleconnettivi e i segnali provenienti dai modelli meteorologici suggeriscono un gennaio 2025 con pesanti anomalie termiche e un possibile coinvolgimento dell’Italia da parte del Burian. Tuttavia, le dinamiche atmosferiche sono ancora in evoluzione, e sarà fondamentale monitorare gli aggiornamenti nei prossimi giorni per confermare o smentire questa tendenza.

Se il Burian dovesse arrivare, l’Italia si troverebbe a fare i conti con uno degli inverni più rigidi degli ultimi anni, con gelo intenso e nevicate a quote molto basse. Restiamo in attesa di ulteriori dettagli, pronti a seguire uno scenario meteorologico che si preannuncia decisamente interessante.




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