Meteo: ecco la conferma. Goccia gelida dopo santo Stefano. Freddo e neve da est verso medio-basso adriatico


di  Redazione, 23-12-2024 ore 12:30      Condividi su facebook  Condividi su whatsapp  


Le previsioni meteo per i giorni successivi a Santo Stefano confermano l’arrivo di una goccia gelida, una configurazione atmosferica tipica del periodo invernale, che potrebbe portare freddo intenso e nevicate fino a quote molto basse, soprattutto lungo il medio e basso versante adriatico. Questo scenario, pur caratterizzato da un alto grado di incertezza, sembra delinearsi sempre più chiaramente nelle analisi modellistiche più recenti.

La configurazione atmosferica: un blocco decisivo

Ciò che caratterizzerà il periodo successivo al 26 dicembre è una particolare configurazione sinottica, con un blocco anticiclonico sul settore occidentale dell’Europa che agirà da “barriera”, deviando le correnti atlantiche e favorendo l’ingresso di aria fredda di origine continentale. Questa situazione vedrà una vasta massa d’aria gelida scivolare dalla Russia verso l’Europa orientale, arrivando a lambire il nostro Paese attraverso i Balcani.

La goccia fredda, ossia un piccolo nucleo di aria molto fredda in quota, si isolerà nel Mediterraneo centrale sotto l’azione dell’alta pressione e tenderà a posizionarsi lungo il settore adriatico. Questo comporterà un richiamo di aria continentale, portando un sensibile abbassamento delle temperature e la possibilità di nevicate a bassa quota, soprattutto sulle regioni del medio-basso Adriatico come Abruzzo, Molise, Puglia e Basilicata.


Freddo intenso e neve: cosa aspettarsi

Gli effetti principali di questa dinamica saranno evidenti soprattutto a partire dal 27 dicembre. L’ingresso dell’aria fredda determinerà un drastico calo termico, con valori al di sotto della media stagionale, soprattutto lungo il versante orientale della penisola. Le regioni maggiormente esposte al flusso freddo dai Balcani vedranno condizioni favorevoli alla formazione di precipitazioni, che, data la natura gelida della massa d’aria, potranno assumere carattere nevoso anche a quote molto basse, localmente fino al livello del mare.

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Le aree costiere del medio e basso Adriatico saranno particolarmente esposte a rovesci di neve, con accumuli possibili anche in zone pianeggianti. Le regioni interne e montuose, come l’Abruzzo e il Molise, potrebbero registrare nevicate più consistenti, mentre le zone collinari e montuose della Puglia e della Basilicata vedranno anch’esse accumuli significativi. Tuttavia, anche le pianure costiere potrebbero essere interessate da episodi di neve coreografica o da accumuli leggeri.

Incertezza nella previsione: piccoli dettagli, grandi variazioni

Nonostante il quadro generale sembri sempre più definito, va sottolineato che la collocazione esatta di queste gocce fredde è estremamente complessa da prevedere, anche per i più avanzati modelli matematici. Questi nuclei di aria gelida sono spesso soggetti a variazioni di traiettoria e intensità che possono cambiare significativamente gli effetti sul territorio. La previsione di fenomeni così localizzati e rapidi richiede ulteriori conferme e aggiornamenti nelle prossime ore.

È importante monitorare l’evoluzione del sistema, poiché anche piccoli spostamenti della goccia fredda potrebbero determinare variazioni significative nell’intensità delle precipitazioni e nelle zone interessate. Un leggero spostamento verso Est potrebbe attenuare gli effetti sull’Italia, mentre un ingresso più deciso della goccia fredda nel Mediterraneo centrale potrebbe amplificare gli effetti nevosi e gelidi.

Conclusioni: prepararsi al freddo invernale

La fine di dicembre si prospetta dunque caratterizzata da un clima rigido e un ritorno a condizioni prettamente invernali su gran parte del Centro-Sud, con particolare attenzione al versante adriatico. L’arrivo della goccia gelida dopo Santo Stefano potrebbe portare a una recrudescenza del freddo, con nevicate a bassa quota e temperature ben al di sotto della media.

È fondamentale restare aggiornati sulle previsioni meteo, poiché la dinamica in atto è soggetta a variazioni. Gli spostamenti di questi piccoli nuclei gelidi possono influenzare significativamente le condizioni atmosferiche, rendendo indispensabile un monitoraggio costante per affrontare al meglio il freddo e le nevicate che ci attendono.




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