di Redazione, 17-02-2023 ore 18:30 |
Il vortice polare non sembra più avere la forma tipica di inizio stagione, vuoi per il normale decadimento stagionale, che per il continuo stress subito dai riscaldamenti stratosferici. A lungo andare ovviamente, tutto ciò finisce per destabilizzare l'intera trottola polare, mandandola in tilt. Le conseguenze non sono necessariamente di freddo e neve sull'Italia, ma di certo, una dinamica più predisposta al freddo, poi vede aumentare le chanches di andare in porto. In genere, sul finire di stagione, assistiamo ad un final warming (riscaldamento stratosferico finale) che spappola letteralmente il vortice polare, indirizzando di fatto il cambio stagionale a quello successivo. In questi frangenti, non è inusuale ritrovarsi pezzi di vortice a spasso per l'emisfero settentrionale, anche a latitudini inferiori. Anzi, gli scambi meridiani, vengono spesso enfatizzati proprio tra fine febbraio e marzo, andando alcune volte a sfociare anche nel mese di aprile. La nostra attenzione non può esimersi da questa disamina, tenendo ben presenti anche gli indici teleconnettivi, sempre importanti per manovre configurative atte all'arrivo del freddo o magari di un anticiclone prevalente. Quello che alcuni indici teleconnettivi ci dicono (per la gran parte di tipo descrittivo e non predittivo del quadro barico assunto), come NAO (north atlantic oscillation, che indica la differenza di pressione tra atlantico e Islanda), AO (arctic oscillation, che insieme al NAM, indica in sunto la salute del vortice polare), la MJO (utile a localizzare l'attività convettiva dei tropici), lasciano ben intendere quale poi possa essere la disposizione atmosferica di riferimento a larga scala. E tenendo conto di quelli appena menzionati pocanzi, a nostro modo di analizzare le cose, sussistono basi fondate che il freddo possa aggirarsi minacciosamente nei pressi del nostro Paese. Un primo possibile attacco di aria fredda artico marittima, con richiamo continentale successivo, sembra poter prendere nuovamente piede nell'ultima decade di febbraio. Ricordiamo che i modelli matematici, a fasi alterne stanno proponendo questa ipotesi talvolta indirizzata a Spagna e Francia, ma in alcune elaborazioni molto più propensa invece ad abbordare l'Italia. Vi è al momento una lotta tra Ecmwf-Gem che protendono per la prima ipotesi ed Ukmo-Gfs, che invece abbracciano l'idea della seconda. Vedremo chi avrà la meglio. Al momento resta una possibilità che potrebbe divenire anche più concreta o essere smentita nei prossimi run modellistici. Ad ogni modo un'ondata di freddo nell'ultima decade di febbraio resta verosimile. Ecco le ipotesi dei diversi GM per la terza decade di febbraio che manifestano proprio il possibile attacco freddo sull'Italia o invece su Spagna e Francia Le conseguenze sarebbero ben indirizzate a ricevere una quantità di freddo sufficiente alle nevicate anche a bassa quota al Centro-Nord dell'Italia, con tanta pioggia invece al Sud e neve sui rilievi. Decisamente un cambio di passo, con temperature in diminuzione, rispetto all'andamento termico dettato dall'anticiclone nella seconda decade di febbraio, con vita quindi sempre più breve. Analizzeremo comunque questa possibile fase con successivi maggiori dettagli. La vera novità invece, resta quella di marzo. E' in questo mese che ci aspettiamo le condizioni utili per un blocco atlantico possente, con onda stazionaria ed arrivo di aria molto fredda dalla Siberia. Continuiamo a pensare che davvero il mese in questione possa offire spunti gelidi e nevosi. Il burian non sarebbe affatto così campato in aria. Di certo, sono poche le volte in cui il vento della steppa siberiana si affaccia sul nostro Paese ed ancora inferiori durante il mese di marzo. Ricordiamo infatti il 1987 (ma non molti altri episodi), quando gelo e neve colpirono la fascia adriatica dalla Romagna alla Puglia così come gran parte del Sud. Leggi anche: BATTAGLIA GELIDA, ARRIVA il BURIAN a MARZO Ci aspettiamo quindi che le anomalie termiche di marzo possano toccare valori negativi sia come geopotenziali che come temperature al suolo. Non che tutto il mese passi con gelo e neve (perchè fasi anticicloniche calde potrebbero essere comunque possibili), ma che buona parte di esso manifesti distintamente un aspetto meteorologico più verosimilmente freddo. In particolare le prime due settimane, sarebbero candidate ad un crescendo di perturbabilità di tipo freddo. Ribadiamo instancabilmente che l'ipotesi in questione si annovera nel campo della tendenza e non della previsione, data la lunga scadenza. Restate aggiornati con noi. Leggi: POSSIBILE BURIAN nel mese di MARZO a più RIPRESE sull'ITALIA Queste invece le mappe del possibile Burian a marzo secondo il modello Gfs