di Redazione, 11-01-2023 ore 09:00 |
Siamo ufficialmente entrati nella seconda decade del mese di gennaio e le temperature sembrano essersi riportate su valori più consoni alla stagione in corso. Ribadiamo sempre il concetto, che anche in passato la stagione invernale viveva fasi interlocutorie a volte lunghe, con anticicloni spesso prevalenti a dominare la scena europea. Questo però non garantiva che tutto il proseguo stagionale fosse poi anticiclonico o comunque non attinente al periodo. Difatti, combaciava molte volte l'aspetto meteorologico che dopo una fase di bel tempo con temperature al di sopra della norma, corrispondeva poi una fase fredda e tendenzialmente nevosa. Al giorno d'oggi, forse possiamo solo dire che ciò che è cambiato rispetto al passato, riguarda le fasi anticicloniche con clima spesso mite ed oltre la norma, che molto probabilmente tendono ad allungare i propri tempi di egemonia. Ritorniamo sempre alla stessa domanda. In tutto questo è complice la mano dell'uomo? E' il global warming ormai in processo di accelerazione? La risposta non possiamo darla, solo ipotizzare che forse un pò l'uomo ha contribuito a tutto ciò. Ma la terra è vecchia di milioni di anni e non possiamo affermare con certezza le fasi climatiche che l'hanno accompagnata e che ancora lo faranno. Senza banalizzare l'argomento, potrebbero essere anche più semplicemente dei cicli naturali climatici. Ma torniamo a noi. Quali saranno le sorti meteorologiche dell'Italia nel proseguo di gennaio? Le condizioni bariche predominanti, che fino a pochi giorni fa hanno avuto modo di condizionare pesantemente il clima del nostro Paese, sembrano ora voler cambiare assetto. La corrente a getto infatti, tende a mostrare qualche segno di debolezza proprio in uscita dagli states, lasciando più spazio all'alta pressione azzorriana di compiere le classiche manovre propedeutiche all'arrivo del freddo sull'Europa e quindi anche sull'Italia. In questa parte di settimana intanto (tra il 12 e il 16 gennaio), continui strappetti di origine nord atlantica con discreto contributo freddo polare marittimo, tenderanno ad interessare parte dell'Italia. Il movimento delle correnti, da nord-ovest verso sud-est, permetterà una moderata instabilità con qualche pioggia e qualche nevicata appenninica (intorno ai 1000 metri di quota, specie sul lato adriatico) fino al weekend. Non mancherà il sole ovviamente, ma la variabilità sarà predominante, con talvolta momenti di instabilità. Quello che invece accadrà più o meno a partire dalla fine della seconda decade (17-18 gennaio e seguenti) e ancor più nella terza, sarà un vero e proprio scacco matto al vortice polare! Perrchè lo definiamo scacco matto? Questa etichetta che vogliamo affibiare al vortice polare non è a caso. In una partita a scacchi infatti i giocatori si scrutano, riflettono, si studiano, per poter poi compiere la mossa giusta, quella magari vincente o quantomeno capace di metterti in posizione di vantaggio. Ebbene, anche i movimenti atmosferici funzioneranno in questa maniera. Le due figure bariche, quali il vortice polare e l'anticiclone azzorriano, nei prossimi giorni si studieranno a vicenda, cercheranno in qualche maniera di prevalere uno sull'altro, tentando di mettersi in posizione di vantaggio. Un movimento di questo tipo, potrà compiersi proprio durante la prossima settimana, come dicevamo precedentemente, con il quale l'hp azzorriano approfitterà di un lieve "riposo" riflessivo del vortice polare, sferrando un colpo abbastanza decisivo. Avremo quindi una disposizione barica che tenderà a favorire l'arrivo di correnti polari marittime a ripetizione, sfociando poi in una vera e propria ondata di aria fredda artico-marittima. Le elaborazioni dei modelli matematici vanno in questa direzione, ovviamente alternando queste visioni con run compresi di variabili probabilistiche. Abbiamo modo di pensare quindi che siamo vicini ad una svolta barica che potrebbe davvero generare una fase invernale sul nostro Paese, con pioggia e neve anche a quote basse. Le zone maggiormente favorite dovrebbero essere quelle centro-settentrionali, dove l'aria fredda riuscirebbe a sfondare in maniera più dirompente. E' ancora un pò presto per entrare nei dettagli però, valuteremo meglio strada facendo. Non escludiamo infatti che una componente di aria continentale possa fare la sua comparsa e condizionare ancor più pesantemente il clima italico. Abbiamo spesso detto nelle nostre analisi che un lasso di tempo più propenso all'arrivo del freddo sarebbe stato quello tra la seconda e la terza decade di gennaio. Al momento confermiamo questa ipotesi e non esiteremo ad aggiornarvi. Ecco le mappe dell'arrivo dell'aria polare
Ecco le previsioni nel dettaglio delle principali città della Puglia: