In arrivo un nuovo aumento delle pensioni. A stabilirlo è una norma presente all’interno del Decreto Aiuti bis approvato nella serata del 4 agosto e pubblicato in Gazzetta Ufficiale il 9 agosto 2022. In particolare, il nuovo Decreto-legge varato per contrastare l’aumento del costo della vita ha disposto che la rivalutazione delle pensioni prevista per il 2023 venga anticipata al 1° ottobre 2022. Questo si traduce in un aumento nel cedolino della pensione di ottobre di 2 punti percentuali. La rivalutazione dell’importo delle pensioni per adeguarle all’inflazione è definito perequazione e viene applicata il 1° gennaio di ogni anno. Per il 2022, la percentuale di variazione applicata per il calcolo della perequazione delle pensioni è pari all’1,7%. Tuttavia, questo tasso era provvisorio, poiché il tasso definitivo è stato successivamente definito nella misura dell’1,9%. Questa differenza dello 0,2% doveva essere applicata come conguaglio a partire da gennaio 2023, ma il Decreto aiuti bis ha anticipato anch’essa al 1° ottobre. In totale, quindi, la rivalutazione delle pensioni a ottobre sarà del 2,2%. Vediamo nei prossimi paragrafi cosa prevede il Decreto Aiuti bis e come funziona la perequazione delle pensioni. Si legge all’articolo 21 del Decreto-legge 9 agosto 2022, n. 115 (Decreto Aiuti bis) che: “Al fine di contrastare gli effetti negativi dell’inflazione per l’anno 2022 e sostenere il potere Sono quindi due le misure che porteranno all’aumento dell’importo delle pensioni a partire da ottobre: La percentuale della rivalutazione delle pensioni a ottobre sarà quindi del 2%, per passare al 2,2% dalla pensione di novembre. Nell’articolo si legge inoltre che l’incremento “non rileva, per l’anno 2022, ai fini del superamento dei limiti reddituali previsti nel medesimo anno per il riconoscimento di tutte le prestazioni collegate al reddito.” La perequazione delle pensioni è la rivalutazione annuale degli importi dei trattamenti pensionistici per adeguarli al costo della vita. Questa misura ha lo scopo di proteggere il potere d’acquisto delle pensioni, mettendole al riparo, almeno in parte, dall’erosione dovuta all’inflazione. In base a quanto stabilito dal comma 5 dell’articolo 24 della Legge 28 febbraio 1986, n. 41, entro il 20 novembre di ogni anno viene determinato, con decreto del Ministro del tesoro e del Ministro del lavoro e della previdenza sociale, la percentuale di variazione per il calcolo della perequazione delle pensioni. L’applicazione della perequazione avviene al primo gennaio di ogni anno, e l’adeguamento si basa sugli incrementi dell’indice annuo dei prezzi al consumo accertati dall’Istat. La rivalutazione delle pensioni si applica a tutti i trattamenti pensionistici erogati dalla previdenza pubblica, dalle gestioni dei lavoratori autonomi, dalle gestioni sostitutive, esonerative, esclusive, integrative ed aggiuntive. Si applica inoltre alle pensioni dirette e a quelle ai superstiti (pensione di reversibilità e pensione indiretta), indipendentemente dal fatto che esse siano integrate al trattamento minimo. L’aumento non si applica allo stesso modo per tutte le pensioni, ma dipenderà dalle fasce di reddito. In particolare, viene applicata la rivalutazione al: Inoltre, in base a quanto stabilito dal Decreto Aiuti bis, l’aumento del 2% sarà riconosciuto “qualora il trattamento pensionistico mensile sia complessivamente pari o inferiore all’importo di 2.692 euro“. Superata questa cifra, la rivalutazione non si applicherà nemmeno con la riduzione al 75%. Come si traduce in pratica questa rivalutazione? Per fare un primo esempio pratico, una pensione di 1.000 euro al mese vedrà un aumento di 22 euro al mese, per un aumento totale di 66 euro in più a fine anno (mensilità di ottobre, novembre, dicembre 2022). Una pensione di 2.000 euro al mese, allo stesso modo, vedrà un aumento di 44 euro al mese, per un totale di 132 euro in più a fine anno. Per pensioni che vanno da 2.095,32 a 2.619,15 euro, l’importo della rivalutazione è ridotto al 90%, quindi aumenterà solo dell’1,98%. Quindi, una pensione di 2.300 euro al mese vedrà un aumento di 45,54 euro al mese, per un totale di 136,62 euro. Sopra i 2.692 euro non ci sarà la rivalutazione del 2%, ma si applicherà solo il conguaglio dello 0,2% ridotto del 75%, per cui ci sarà un aumento solo dello 0,05%.Aumento pensioni da ottobre nel Decreto Aiuti bis
di acquisto delle prestazioni pensionistiche, in via eccezionale:
5, della legge 28 febbraio 1986, n. 41, per l’anno 2021 è anticipato al 1° novembre 2022;
perequazione delle pensioni per l’anno 2022 con decorrenza 1° gennaio 2023, con riferimento al trattamento pensionistico lordo complessivo in pagamento per ciascuna delle mensilità di ottobre, novembre e dicembre 2022, ivi inclusa la tredicesima mensilità spettante, è riconosciuto in via transitoria un incremento, limitatamente alle predette mensilità e rispetto al trattamento mensile determinato sulla base della normativa vigente prima dell’entrata in vigore del presente decreto, di due punti percentuali, calcolato con le stesse modalità di cui all’articolo 1, comma 478, della legge 27 dicembre 2019, n. 160.“
Aumento pensioni: cos’è la perequazione
Aumento pensioni da ottobre: per quali trattamenti
Aumento pensioni da ottobre: gli importi per fasce di reddito
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